Non è semplice comprendere cosa è successo. Chi ci ha sempre seguito ha avuto una reale constatazione di quelli che sono stati gli sviluppi lampo di una concertazione che non è certo tale per quello che abbiamo visto. Non bastano le dinamiche sindacali ma questa volta è il CoCeR carabinieri che ha peccato in coerenza.
La concertazione ? Beh, se è questa allora è meglio non averla. Parti sociali ? Confronto ? tavolo tecnico ? Ma di cosa e per cosa ? Son bastate poche ore di "energica" riflessione dalle singole parti che all'improvviso...si firma. Accordo del contratto firmato. Oggi leggo i giornali e mi trovo a dover assistere ad annunci che si riferiscono impropriamente ad aumenti di circa 130, 140 euro che, in realtà, al netto, non vedro' nemmeno in un trimestre per questo 2018. Si, perchè per il passato è vacanza contrattuale...cioè, abbiamo già preso. Una somma che liquida un pregresso con circa 200 euro. Si perchè poi, con l'aumento delle tassazioni che incideranno sulla famiglia italiana ammontando a somme che vanno dalle 750 alle 1000 euro annue, questo aumento di circa 43 eiuro mensili non potrà consentirmi nemmeno di poter pagare, come famiglia, le nuove tasse. Da rappresentante di carabinieri non è possibile aver favorito tutto questo con un approvazione, con il dire si all'accordo contrattuale. Certo, il Governo stanzia in manovra di stabilità queste cifre, dopo aver fatto il riordino dei ruoli con oltre un miliardo di euro per il comparto, avendo investito fondi per la sicurezza e per gli operatori della sicurezza, e puo' avere il piacere che tutte le parti sociali approvino senza esitazione l'accordo del rinnovo del contratto. Certo, i singoli vertici delle relative amministrazioni del comparto difesa e sicurezza, possono avere il piacere che le relative parti sociali e rappresentanze possano fare da eco a questa approvazione. Ma, in tutto questo c'è un ruolo, quello delle parti sociali. Quello della voce del personale rappresentato che chiede sostanzialmente di poter vivere decorosamente. Potersi risollevare dopo un decennio senza aumenti a fronte di un costo della vita e di una crescita di tasse e tassazioni che ha posto le nostre famiglie in un impoverimento del potenziale economico di gestione della vita quotidiana. In tutto questo noi, operatori, dobbiamo produrre sicurezza garantendo l'ordine e la funzionalità del sistema che deve rendere il nostro paese e le nostre comunità sempre piu' vivibili con queste garanzie. La parola " Contratto di lavoro" come appare cosi' scompare dalla nostra percezione. Il 22 dicembre ne iniziamo a parlare con il primo incontro per discutere il contratto, dopo sei mesi. Il 9 gennaio 2018 il seconod incontro e ancora non c'erano i dati in relazione ai fondi disponibili. Le settimane successive altri due incontri per avere i dati. Giunti i dati, tempo di leggerli e all'improvviso si firma senza la parola...concertazione. resta fuori da questo contratto la parola concertazione. La voce del personale, la sua rappresentatività, passa dal disappunto delle aspettative in un accordo per la firma, perchè cosi' visto da una parte di sindacati e rappresentanze militari dei CoCeR. Non posso parlare per gli altri, pur avendo assistito a dinamiche e procedure che mi creano davvero confusione sul significato di concertazione e ruolo negoziale, che non mi sembra di aver visto in questa fase lampo di rinnovo del contratto di lavoro. Ma posso certo dire che si è cambiata una posizione da un " NON FIRMARE" senza concrete aperture a un " SI FIRMARE" senza se e senza ma, senza nemmeno dover partecipare tutti i delegati del Co.Ce.R. Carabinieri. Si, vai all'incontro con il fronte del NO tra sindacati e rappresentanze militari con una posizione ufficiale data dal CoCeR con tanto di nota e di comunicato stampa e all'improvviso... Si, all'improvviso, in meno di due ore, senza che tutti potesse sapere cosa stava succedendo, i presenti su Roma, all'improvviso, come se si votasse una delibera, decidono che il personale vuole firmare l'accordo sul contratto di lavoro. 13 delegati sono sul posto e aprono ad una decisione senza che chi si fosse allontanato da Roma per proprie esigenze personali sapesse che si stava per impostare un cambio di posizione dal NO al SI. Al CoCeR, un conto è votare una delibera che è espressione della volontà dei presenti e diverso è una posizione su una scelta del Consiglio, specie se, all'improvviso, debba cambiare in sole due ore, senza che gli altri sapessero nulla. Ho dovuto spiegare ai colleghi perchè non fossi su roma e quali i problemi che affronto in questo periodo, frutto di dinamiche che devo subire per aver fatto il rappresentante dei carabinieri da carabinieri in questi 5 anni. Ho dovuto spiegare che 9 delegati favorevoli a stravolgere una posizione del CoCeR carabinieri, con 4 contrari e con 6 assenti, di cui almeno tre non informati sull'improvviso cambio di "posizione" e non su una normale votazione. Non sono stato partecipato perchè la mia posizione non sarebbe cambiata da quella che era stata condivisa con tutti i delegati del CoCeR, presenti e assenti, nei giorni precedenti, sin dai primi di gennaio. La mia coerenza è nota e, probabilmente, per questo non serviva interpellarmi. Non avrebbe cambiato le cose, non sarebbe cambiata l'onda favorevole che ha investito il CoCeR carabinieri in poche ore di una mattinata che precedeva l'incontro delle 13 alla funzione pubblica per cui la posizione dei carabinieri era al fianco di quella di CoCeR Marina e di CoCeR Aeronautiva, unitamente a diverse altre sigle sindacali. I sovrintendenti, i brigadieri, i rappresentanti di una categoria non sono stati favorevoli al cambio di posizione perchè coerenti con quanto si era affermato con competenza nei comunicati stampa e nelle note. Beh, la conferma di quanto io sostengo è tutta documentata per chi ha seguito queste brevi fasi contrattuali. Nelle parole di chi ha diffuso un audio dell'intervento ufficiale della maggioranza del CoCeR dell'aula, ma non corrispondente alla maggiornaza dei delegati CoCeR, nelle dichiarazioni a contorno della presa di posizione su qualche blog, per poi terminare con un vero e proprio timbro di quanto fatto nella "nota giustificativa" diffusa dove sono state usate impropriamente parole come "scelta coraggiosa" sminuendo social e tutto cio' che puo' produrre il reale e contestuale pensiero del personale che si "dovrebbe" rappresentare. Il coraggio delle scelte non è quello di fare contento il mio Stato Maggiore. Io non pongo in essere azioni in contrasto con lo Satato Maggiore della Mia amministrazione Arma dei Carabinieri, nè la mia amministrazione ha bisogno di rappresenati di Stato maggiore in quanto già c'è e fà il suo ottimo lavoro. Ma io, delegato, sono la parte sociale, seppur all'interno dell'amministrazione e non controparte, e, per "scelta coraggiosa", come una parte di noi ha sempre fatto, si deve intendere quella di dover rappresentare il personale e la sua voce per il tramite di chi è demandato a farlo. Non si rappresenta se stessi e i propri timori o le proprie considerazioni. Questa la grande differenza nel metodo e nell'interpretazione del ruolo senza opportunismo, senza ingannare i colleghi e tenendo fuori le passioni e le relazioni politiche dei singoli interessi personali. Noi questo lo abbiamo detto, sostenuto e testimoniato con le nostre posizioni che sono documentate. Oggi continuo a pagare questa scelta per la coerenza di essere carabiniere che rappresenta i carabinieri. Continuo a spostare il fumo della confusione creata da chi utilizza la sconoscenza delle dinamiche da parte dei nostri colleghi e maschera la realtà dei fatti. Insieme a pochi altri con coerenza da anni non perdiamo di vista che noi siamo li' a rappresentare i colleghi carabinieri e non cosa sia giusto secondo il nostro pensiero. Per questo siamo andati in tv e sui giornali quando andava fatto, pagando ancora oggi le conseguenze, ma fieri di essersi preso responsabilità. Si, questo il coraggio delle scelte. Oggi, noi che siamo esposti ci prendiamo le critiche e le accuse dei colleghi perchè noi abbiamo scelto di ascoltarli e di dare loro voce per porre in essere una sempre piu' aderente rappresentatività. Pur avendo espresso pareri contrari per coerenza, per chi ha potuto farlo a fronte di chi non è stato messo in condizione di farlo, saremo noi a dover ricevere il loro malcontento, quello della stragrande maggioranza dei carabinieri d'Italia. I delegati di tutta Italia sono stati partecipati dalle note del CoCeR e sono rimasti su una posizione nota, che era palesemente percepita pur non avendo deciso ancora di valutare di incontrarli, si, perchè era la posizione del personale, dei carabinieri che si rappresentano. In relazione a quello che ricevo dai colleghi delegati e dal personale con il quale abbiamo da anni intrapreso canali di comunicazione e confronto, resto fortemente amareggiato. L'amarezza di avere consapevolezza che la rappresentatività dei carabinieri d'Italia passa dalla voce e dall'espressione della minoranza del CoCeR Carabinieri. Cosa si puo' fare ? Andare presto a rimettere al voto il mandato della rappresentanza militare e poter avere sempre piu' carabinieri a rappresentare i carabinieri, dove le "scelte coraggiose" sono quelle di dare voce al personale.