IL CO.CE.R. INTERFORZE DICE NO AL MINISTRO DELLA DIFESA. DELIBERA IL RIFUTO AD INCONTRARLO E CHIEDE UN INCONTRO IN SEDE CON I CAPI DI STATO MAGGIORE E DI FORZE ARMATE IN DIRETTA STREAMING. IL DIALOGO NON HA PIU' RAGION D'ESSERE.

Il Co.Ce.R. Interforze delibera il categorico no all'incontro richiesto con il Ministro della Difesa. Incontro che lo stesso Ministro ha poi subito delegato al Sottosegretario Alfano. Il Co.Ce.R. abbandona il percorso del dialogo e chiede un incontro ufficiale con Comandanti delle Forze Armate e capi di Stato Maggiore in diretta streaming.

Primo incontro ufficiale del 2014 e il Co.Ce.R. Interforze batte subito i pugni sul tavolo. Stanco del dialogo, delle promesse che non si sono attestate nemmeno lontanamente ad un briciolo di verità. Decreti legislativi discendenti della legge di Riforma dello Strumento Militare stilato eliminando punti fondamentali delle richieste dei rappresentanti del comparto.  Tra l'altro al CoCeR Interfroze nemmeno i testi definitivi sono stati messi a disposizione. Con delibera 19 del 7 gennaio 2013 il Co.Ce.R. Interforze, dopo due ore di confronto sulle informazioni e i dati informalmente acquisiti dai delegati delle varie Forze Armate e Forze di Polizia ad ordinamento militare, tutti convergono in una strada da percorrere che sia quella della vera e propria espressione di disagio formale o informale in tutte le forme consentite e in quelle che possono realmente mettere sul tavolo quella che è la sofferenza degli operatori del comparto difesa e sicurezza. Cio' che il Governo, Il Ministro e chi doveva fare qualcosa per competenza, non ha fatto sino ad oggi, destreggiandosi nelle dinamiche di un Governo che deve salvare ben altro che l'equilibrio sociale dei cittadini di questo paese.  Questa decisione presa con assoluta democraticità e senza grandi dilemmi, è il primo passo che percorreranno i delegati dell'Intefrorze per portare fuori il vero disagio degli uomini in divisa di questo paese, al servizio del paese.  Si ritiene che l'obbedienza sia un obbligo sempre e comunque, ma oggi, dove le regole non esistono piu', dove una Corte Costituzionale studia come pronunciare una sentenza e non come garantire la Carta Costituzionale, dove gli investimenti per l'industria militare vanno avanti "tutelati" a fronte di tagli che vengono fatti sulle buste paga degli operatori del compartio difesa e sicurezza. Dove qualcuno vuol prendersi gioco di tutto il comparto preparando da mesi ed in sordina una sorta di riordino a costo zero che recupererebbe altri fondi per i bilanci dello Stato, dando illusione ottica con un nuovo grado e preparando un nuovo disastro organizzativo tra i militari.  Qualcuno non si rende conto che il tempo delle "tre carte" non esiste piu'. Oggi tutti stanno venendo a conoscenza che pochi decidono per tantissimi e in una democrazia "fiction". Qualcuno stà sottovalutando troppe cose, perchè preso da dinamiche ed interessi di potere e non di economia sociale e politica del nostro paese. I rappresentanti militari hanno le idee chiare e non hanno piu' intenzione di dialogare. A fatti concreti, risposte concrete. Tutti devono sapere, ora non è piu' un discorso da "camera caritatis", ora tutto fuori !