LA RAGIONERIA DELLO STATO DA L'ALT AI MINISTRI INTERNI E DIFESA. RIORDINO DEI RUOLI DEVE FARE I CONTI CON LA SPENDING REVIEW. CON QUESTI PRESUPPOSTI ECONOMICI NON PUO' ANDARE A TERMINE.

La ragioneria dello Stato, con un "posto di blocco" pone l'alt ad Alfano e Mauro. Con questi presupposti il riordino dei ruoli non puo' andare a termine. S'imporrebbe un ulteriore rincorsa a stanziamenti economici che un Governo, con i parametri imposti dalla spending review, non potrebbe mai mantenere come impegno. E ora ?

Dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il parere contrario all'ipotesi di Riordino delle Carriere del Personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia sia ad Ordinamento Militare che Civile avanzato dai Ministri Interni e Difesa.  La Ragioneria dello Stato evidenzia che l’attuazione del riordino così come delineato dalla bozza predisposta, potrebbe determinare turbative all’interno dei singoli ruoli e l’insorgenza di numerosi contenziosi, soprattutto in un regime transitorio che si profila lunghissimo, complesso e con possibili scavalcamenti. La previsione di un ruolo dirigenziale si pone in netto contrasto con la politica di revisione degli organici dei dirigenti di tutto il pubblico impiego, in quanto l’accesso alla dirigenza avverrebbe automaticamente e con anzianità inferiori a quelle vigenti e senza l’adeguata esperienza professionale per funzioni così delicate. Non può essere utilizzato il trattamento economico accessorio per la copertura degli oneri derivanti dalla prevista unificazione dei ruoli, in quanto si tratta di emolumenti diretti a retribuire determinate e ineludibili attività del Comparto, a meno che non si voglia pregiudicare la funzionalità della Sicurezza e della Difesa del nostro Paese.  Ciò vale soprattutto per la Polizia di Stato che non può ritenere di utilizzare a favore del proprio ruolo direttivo (che addirittura raddoppia nel numero), fondi ipoteticamente traibili da un ruolo speciale finora mai alimentato e quindi non disponibili in bilancio. Un numero così elevato di dirigenti e direttivi inevitabilmente assorbirebbe cospicue, future risorse contrattuali, a discapito degli altri ruoli. Non è possibile considerare disponibili oneri conseguenti a futuri ed eventuali adeguamenti contrattuali, come pure non è possibile soddisfare le maggiori esigenze finanziarie riutilizzando i minori oneri derivanti dalla riduzione del personale, poiché questi ultimi sono già scontati nei tendenziali di spesa e concorrono al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica (in sintesi, una volta realizzati, vengono strutturalmente persi in bilancio). I contenuti sopra espressi vengono redatti in una odierna nota informativa del CO.CE.R. Carabinieri che ritiene opportuno e prioritario  sensibilizzare con forza le Autorità Politiche, affinché facciano tutto quanto in loro potere per eliminare il “blocco delle retribuzioni” a partire da quest’anno, favorendo in caso di insufficienza di risorse,  interventi mirati nei confronti di coloro che ne subiscono gli effetti dal suo avvio ( 2011).  Tutto questo per assicurare, una proporzionalità nel disagio da chi patisce il “Blocco” da quattro anni e da chi uno.  Infine questo Organismo ribadisce ancora una volta la necessità e l’urgenza di avviare le procedure di concertazione della Previdenza Complementare, in quanto ad oggi senza la necessaria copertura economica proietterà  i Carabinieri arruolati dopo il 1 gennaio 2006, in uno stato di forte criticità per il futuro trattamento pensionistico. 

 

Il Consiglio Centrale di Rappresentanza dell'Arma dei Carabinieri , a maggioranza, ritiene doveroso ribadire che per quanto attiene alla tematica del Riordino delle Carriere, fanno fede tutti i progetti discussi nei mesi di Febbraio e Marzo del 2013 nelle riunioni congiunte con i CO.I.R. a Roma e di procrastinare la data di un eventuale assise allorquando vi siano effettive necessita di confrontarsi con le Rappresentanze Intermedie e di Base su progetti almeno condivisi da un parere del M.E.F. o in situazioni di emergenza economica nel caso di tematiche riguardante il contratto o la riparametrazione di cui sviluppi sono in uno stato embrionale.  Inoltre, per il Co.Ce.R. Carabinieri, a maggioranza, appare del tutto strumentale e incomprensibile l’atteggiamento di chi continua ad utilizzare l’iniziativa del possibile riordino dei ruoli, per tenere alta una tensione all’interno di questo Organismo e anche di quello Interforze.

 

Ora cosa succederà ?  Si fermerà tutto ? C'è un altra bozza su cui lavorare ?  Beh, non si possono certo prendere per buone tutte le cose che arrivano dall'alto o da altra direzione e poi adoperarsi per dire si o dire no. Qui bisogna comprendere il momento politico particolare e bisogna anche rendersi conto che forse si stà sottovalutando tutto prendendo le indicazioni che arrivano dal proprio interno come quelle per cui combattere. Bisogna che tutti si facciano un analisi professionale e un bagno di competenza per rendersi conto che questo è un momento cosi' particolare e cosi' delicato che non si puo' ragionare per "istinto" istituzionale. Paradossalmente, la fragilità della struttura politica potrebbe aprire a basi su cui programmare una ripresa economica della dignità delle forze di polizia ad ordianmento militare e civile. La revisione dello strumento militare è già in forno, e non sappiamo cosa ne uscirà fuori. Nessun governo potrà mai parlare di riordino delle carriere. Un riordino delle carriere che metta d'accordo forze armate e forze di polizia non ci sarà mai. Abbiamo sempre rincorso qualcuno per riordinare le nostre carriere. Forse questa volta stare da tutte e due le parti puo' solo penalizzarci.  Far portare a termine una legge delega anche su un riordino delle forze di polizia potrebbe creare un'alternativa ad una revisione dello strumento militare che potrebbe ingoiare anche noi carabinieri e ... non trovarci a nostro agio.  Il forte rammarico è che tutti difendono tutti e tutti corrono verso un obiettivo...ma in realtà, nessuno lavora per tutelare gli operatori del comparto.  Questo momento rischia di essere un ulteriore sconfitta di chi deve rappresentare il personale sia con lo strumento rappresentativo militare sia con quello sindacale.