IL COIR DEI CARABINIERI DEL NORD EST IN ASSISE CON I COBAR DELL'INTERREGIONALE VITTORIO VENETO FISSA I PUNTI SU CUI NON MOLLARE PER LA DIGNITA' DEI CARABINIERI. PADOVA 27 FEBBRAIO 2014.

A Padova il 27 febbraio i rappresentanti militari dei carabinieri dei Consigli di Base del Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia si sono ritrovati in assise con i delegati del CoIR Vittorio Veneto. L'assemblea, al termine dei lavori, ha redatto un documento ufficiale inviato al CoCeR Carabinieri.

" I delegati del Co.I.R. Vittorio Veneto, unitamente a quelli dei Co.Ba.R. confluenti, riunitisi a Padova oggi 27 febbraio 2014, anche in vista di un’annunciato prossimo incontro in questa sede, colgono l’occasione per sottolineare all’attenzione della Rappresentanza Centrale alcune questioni, di evidente interesse per tutto il personale, in gran parte già segnalate con delibere. Invero, a fronte delle gravissime problematiche di portata generale che si riverberano da anni sul benessere del personale, quali: - il protrarsi dal 2009 del blocco della contrattazione e dal 2011 di quello stipendiale-  il reperimento solo parziale delle risorse a copertura del fondo perequativo (agli aventi diritto non è stato corrisposto ancora il 54% di “una tantum” per il 2012, l’83,4% per il 2013 e, sembra, non ci sarebbero risorse per il 2014);  - il progressivo innalzamento dei requisiti di anzianità di servizio e anagrafica per accedere alla pensione, a condizioni economiche sempre peggiorative; - il mancato avvio – oramai da 17 anni – del secondo pilastro della riforma delle pensioni, con l’istituzione della previdenza complementare, nonostante anche i contenziosi amministrativi già vinti: il ritardo, che ormai si avvicina a 20 anni, danneggia i lavoratori del settore che stanno perdendo, tra l’altro, la possibilità di usufruire del previsto contributo datoriale, con connesse conseguenze sullo sviluppo dell’accumulazione con finalità previdenziale che determina una riduzione della relativa rendita pari a oltre il 46%;  - lo scaglionamento in tempi dilatati fino a 4 anni per ottenere la corresponsione integrale del trattamento di fine servizio o buonuscita; - il ridottissimo turn over del personale, per un’Istituzione che – a distanza di oltre 10 anni dalla professionalizzazione delle Forze Armate – deve ancora colmare le lacune lasciate dalla soppressione della leva (carabinieri ausiliari) che vanno ad aggiungersi ai congedamenti annuali di chi ha raggiunto i limiti ordinamentali ovvero di chi, temendo ulteriori penalizzazioni con il passare del tempo, ha optato per lasciare il servizio attivo, tanto che ormai mancherebbero circa 8.000 uomini sulla forza organica, con la prospettiva che a breve si supereranno le 10.000 carenze; - il procrastinarsi sine die e, soprattutto, senza risorse, del riordino delle carriere, i cui accantonamenti sono stati recuperati dallo Stato nel 2010 per altre esigenze (e solo in parte devoluti al fondo perequativo per l’ “una tantum”);  - la pressochè totale stasi della riforma della rappresentanza militare e le gravi problematiche da più parti segnalate circa la funzionalità dell’attuale istituto e la tutela dei delegati, in un contesto di frequente carenza di risposte anche formali; -      l’incalzare di sempre più pressanti esigenze di servizio che, anche a causa di un nefasto connubio tra gravi deficienze organiche e modalità organizzative spesso da migliorare, non consentono la programmazione dei servizi e la regolare fruizione di diritti costituzionalmente garantiti (riposi e licenze), ovvero impongono il ricorso allo straordinario ben oltre i limiti di monteore assegnati e le risorse integrative disponibili; - le da più parti segnalate problematiche di trasparenza, meritocrazia ed equità nella gestione delle dinamiche di carriera del personale e nel suo impiego (avanzamenti, trasferimenti, incarichi, valorizzazione delle risorse umane, ecc.); - le gravi problematiche logistiche e infrastrutturali, incidenti anche sulla sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro, di numerosissimi reparti o negli equipaggiamenti, uniformi e dotazioni;  -  la gravissima situazione dei punti cottura presso i reparti minori, ancor costretti al confezionamento vitto con soli 2,53 euro pro capite a fronte dei 4,65 euro previsti per il pasto del soggetto che dovesse trovarsi ristretto nelle camere di sicurezza della stessa caserma in quanto arrestato;  -  e così via…     e in un contesto in cui:  -  da un lato, sono stati adottati epocali provvedimenti legislativi (si pensi innanzitutto all’emanazione del Codice dell’ordinamento militare e relativo Testo unico, alla legge di revisione dello strumento militare e decreti attuativi, alle citate misure di spending review e contenimento della spesa pubblica, ovvero alle novità apportate al sistema di accesso alle pensioni, ma anche altre norme) senza coinvolgere nelle forme dovute la rappresentanza militare a tutti i livelli;   dall’altro, a livello governativo sono stati avviati tavoli tecnici per il riordino delle carriere, si parla di riforma della rappresentanza, la modifica del sistema parametrale e del trattamento economico principale e accessorio, essendo ancora pendente il tema dell’armonizzazione dei requisiti d’accesso al sistema pensionistico per il personale del Comparto e molti altri temi d’interesse generale;  abbiamo ravvisato l’urgente necessità di riunirci insieme ai Co.Ba.R. confluenti per analizzare e confrontarci su alcuni allarmanti segnali che proverrebbero dal centro.  Infatti, osservando il panorama circostante, sembra di vedere:  - un Co.Ce.R. Interforze sufficientemente coeso e con le idee chiare, che, anche con il contributo determinante di parte importante del Co.Ce.R. Carabinieri, sta assumendo posizioni e dando indicazioni condivisibili, nel perseguire il benessere del personale;  -  altri Co.Ce.R. di Sezione (si pensi in particolare a quello della Guardia di Finanza ma non solo), che, oltre a rappresentare efficacemente le problematiche del personale, appaiono fornire qualificati spunti propositivi per la loro soluzione o per il miglioramento delle condizioni di benessere dei propri rappresentati;   organizzazioni sindacali di varie forze di polizia ad ordinamento civile che, in modo compatto e superando i motivi di distinzione, stanno ponendo in essere iniziative concrete per la tutela dei diritti del personale e partecipano in sinergia ai tavoli tecnici in cui si discute delle sorti future dei propri iscritti in chiave costruttiva e propositiva. Invece, rivolgendo lo sguardo alle frammentarie e spesso contraddittorie notizie che pervengono dal Co.Ce.R. Carabinieri, talvolta non resta che rimanere attoniti e disorientati.    Questo in quanto:   -  da un lato, in merito alle delibere approvate dal Co.Ce.R. Carabinieri: ·  raramente giungono ai Reparti e/o agli organismi periferici;   · forse per un ancora non risolto problema telematico, al 26 febbraio risultano solo in parte pubblicate sul Portale (245 su 360, pari al 68%), mentre in minima quota lo sembrano essere le risposte (solo 38 su 360, pari al 10,5%);  · si sconosce se le problematiche e questioni aventi carattere interforze e/o portata generale affrontate dal Co.Ce.R. Carabinieri nelle proprie delibere e/o verbali di riunione vengano inviate, per conoscenza, al Ministro della Difesa in ossequio a quanto previsto dalla circ. prot.n. 1/9864/2.6.31/88 datata 26.02.1988, del Ministero della Difesa – Gabinetto del Ministro, e, in caso positivo, quali valutazioni e/o provvedimenti risulti che questi abbia adottato o avviato sulle questioni prospettategli;  -  da altro lato, dei numerosi comunicati stampa asseritamente diffusi, sostanzialmente non se ne è avuta traccia né sui media né sul web (salvi sporadici e isolati casi, ripresi da qualche sito web di settore);  -  da altro verso ancora, sul portale sono state pubblicate 6 note informative del Co.Ce.R. XI mandato (la maggior parte dell’ultimo mese), in relazione ad alcune delle quali, tuttavia, non si ha notizia circa le delibere di approvazione, mentre pervengono diverse segnalazioni di delegati dello stesso organismo centrale che riferiscono di non aver saputo alcunchè in merito;  - sotto altro profilo, e leggendo una delle ultime note informative sembrerebbe che, nonostante quanto richiesto dallo stesso Co.Ce.R. con la delibera n. 20 dell'11.10.2012 (una delle tante di cui non si ha avuto notizia di risposta), ovvero l’indizione di un’assise generale con i Co.I.R. e i Co.Ba.R. confluenti per discutere di tematiche tuttora attualissime e peraltro aggravatesi, sia lo stesso organismo centrale (o parte di esso), e solo quello, che oggi “ritiene doveroso […] procrastinare la data di un eventuale assise allorquando vi siano effettive necessita di confrontarsi con le Rappresentanze Intermedie e di Base su progetti almeno condivisi da un parere del M.E.F. o in situazioni di emergenza economica nel caso di tematiche riguardante il contratto o la riparametrazione di cui sviluppi sono in uno stato embrionale.”  - infine, quella dei Carabinieri è la Sezione del Co.Ce.R. che dovrebbe rappresentare il maggior numero di militari del Comparto (114.778 uomini pari al 37,6% della forza organica delle Forze Armate) e che esprime anche il Presidente del Co.Ce.R. Interforze, per cui sarebbe legittimo e naturale aspettarsi un ruolo di leadership, trainante e di coordinamento in tutte le iniziative a tutela del personale del Comparto, a cominciare da quello dell’Arma.   Invece, per quello che è dato a vedere:    1.    in ambito Interforze, sembra che la Benemerita abbia un peso piuttosto residuale e solo grazie all’impegno di una parte minoritaria dei delegati del nostro Co.Ce.R. (cui va il nostro plauso per aver contribuito all’approvazione del documento del Co.Ce.R. Interforze del 21 gennaio 2014 avente ad oggetto “Incontro con il Ministro della Difesa On. Mario Mauro” e attinente alla bozza di Legge delega di riordino dei ruoli del personale del comparto, che nel corso della riunione è stato ratificato a larga maggioranza, con specifica votazione, da questa assemblea);    2.   all’esterno:  -  nei rapporti con la compagine governativa e parlamentare, in questi ultimi anni, sembra che gli unici risultati positivi ottenuti siano stati quelli di dilazionare in parte la trattazione (che prima o poi si farà e non si sa ancora in che termini) dei requisiti di accesso al comunque già profondamente rivisto sistema pensionistico e di escludere parzialmente i militari proprietari di prima casa dal pagamento dell’I.M.U. se non residenti per esigenze di servizio;   nei rapporti con i media, sostanzialmente è come se non esistessimo (quasi nessun comunicato è stato ripreso), ovvero nei pochi servizi pubblicati da qualche testata televisiva o giornalistica le forze armate e/o dell’ordine vengono rappresentate all’opinione pubblica come quelle degli sprechi (le varie caste dei generali e loro privilegi), delle spese discutibili (gli F35, i soldati cibernetici, le navi avveniristiche con ostriche, mandorle e champagne, ecc.) o degli abusi di Stato (caso Diaz, Aldovrandi, Cucchi, Sandri, Uva, ecc.);    3.    all’interno, nonostante le pubbliche dichiarazioni proclamate in ogni circostanza circa il ruolo dei delegati della rappresentanza militare come “sensibili interpreti delle esigenze di tutto il personale” ovvero precise disposizioni secondo le quali:  -   “la piena funzionalità degli Organismi della Rappresentanza Militare e la tutela dei delegati sono intimamente connesse con l’interesse primario della compagine militare” in quanto l’esercizio del mandato deve essere considerato “servizio di primaria importanza per la stessa Istituzione, prima ancora che per il benessere del personale” (circ. n. 278/6-1-1-1997 prot., datata 31.05.1999, del Comando Generale – Ufficio Rapporti con la R.M.);   -  l’apporto della Rappresentanza Militare è da considerarsi “molto significativo ed importante, nell’economia istituzionale” (circ. n. 110/112-19-3-1-1997 prot., datata 30.06.2000, del Comando Generale – Ufficio Rapporti con la R.M.);  -  “l’esigenza di aggiornamento del personale sulle iniziative della Rappresentanza Militare, soprattutto a livello centrale, è andato via via aumentando, connotandosi come un’obiettiva esigenza istituzionale” (circ. n. 70/85-1-1-1997 prot., datata 30.01.2001, del Comando Generale – Ufficio Rapporti con la R.M.);   da un lato, sembra che le belle e perentorie parole non sempre trovino adeguato riscontro nei fatti, per come sopra evidenziato in relazione alle delibere e risposte pubblicate, ovvero per come esplicitamente sottolineato di recente da alcuni delegati dello stesso Co.Ce.R. e già evidenziato da questo Co.I.R. circa serie problematiche di funzionalità della rappresentanza con delibere n. 29 del 28.09.2012 e n. 156 del 17.01.2014.   Dall’altro, alla luce delle diversificate notizie che giungono dal Co.Ce.R. e da vari delegati che vi fanno parte, a volte questi, anziché essere ed apparire “premurosamente vicini alle esigenze di tutto il personale” e loro “sensibili interpreti”, sembrerebbero manifestare atteggiamenti che fanno pensare ai famosi capponi dei promessi sposi…, lasciando disorientati su chi tutela chi o che cosa e, “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” (“mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata”, dalle Storie di Tito Livio, XXI, 7).    Il personale che rappresentiamo, i Carabinieri di tutti i gradi del Nord-Est, Ci chiede e, attraverso di noi, Vi chiede, di impegnare ogni energia affinchè:   · vengano individuate le risorse per compensare i nefasti effetti del blocco stipendiale, sia per il 2013 che per il 2014;   ·  si avvii quanto prima il secondo pilastro previdenziale;   ·  vengano proposte idonee e condivise (a monte) soluzioni per il riordino delle carriere, la riforma della rappresentanza, lo sblocco del turn over e il rinnovo del contratto;  · si ottenga, dall’Amministrazione, una più sostanziale ottemperanza alle disposizioni (costituzionali, comunitarie e legislative) regolanti la funzionalità della rappresentanza nonché su trasparenza, fruizione dei diritti e tutela della salute sul lavoro.  Fatte queste premesse e rinnovando il nostro impegno, da un lato, a farci attiva cassa di risonanza delle problematiche che ci vengono segnalate dal personale anche attraverso i Co.Ba.R. confluenti perché arrivino al Centro (tramite delibere e risposte che sono attualmente l’unico strumento che la legge consente alla rappresentanza per esprimersi) e, dall’altro, a continuare ad essere propositivi e di supporto all’Organismo Centrale nella tutela del benessere dei militari che rappresentiamo, richiediamo che sulle grandi questioni di fondo, che già hanno costituito oggetto di numerose delibere, il Co.Ce.R.:  · coinvolga urgentemente gli organismi di base e intermedi per un sereno e costruttivo confronto di idee, ribadendo l’urgente indizione dell’assemblea plenaria a Roma (già a suo tempo richiesta, peraltro come è stato già fatto da altre Sezioni del Co.Ce.R.): non riteniamo, infatti, che dal punto di vista strategico e dell’efficacia del confronto, si possano ritenere altrettanto utili ed incisive riunioni separate del Co.Ce.R. con i vari Co.I.R. e/o Co.Ba.R.;  ·  possa farsene interprete unito e proattivo con il Comando e la compagine politica, affinchè le soluzioni necessarie e condivise trovino celere e soddisfacente sfogo;  · solleciti gli uffici competenti a risolvere le problematiche evidenziate che ne hanno ridotto la visibilità e pubblicità dell’attività condotta e a fornire/pubblicare le risposte previste.   Padova, 27 febbraio 2014. 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