"I battaglieri" della Palidoro non hanno mezzi termini. Porre fine a questo iter terminale che non si puo' piu' sostenere. Tutti i rappresentanti militari dell'Arma dei Battaglioni Carabinieri, Reggimenti e Reparti Speciali, hanno fissato pochi punti e chiari. Il CoIR Palidoro con forza e rabbia chiede la fine delle strategie politiche.
ESTRATTO DAL DOCUMENTO UFFICIALE APPROVATO ALL'UNANIMITA' DA TUTTI I DELEGATI DEI CO.BA.R. DELL'UNITA' MOBILI E SPECIALI.
"Il Co.I.R. Palidoro e le delegazioni dei 17 Co.Ba.R. confluenti, in rappresentanza degli oltre 10.000 carabinieri della Linea Mobile e Speciale dell’Arma dei Carabinieri, convocati in Roma il 4 e 5 marzo 2014 in relazione a quanto discusso hanno approvato il seguente documento che riassume la sostanza di numerosissimi interventi. RAPPRESENTANZA MILITARE - L’assemblea riunita in merito al modello futuro di tutela dei diritti dei carabinieri, dopo aver preso atto delle ultime proposte di modifica “non concertate” con gli attuali organismi sull’assetto della Rappresentanza Militare, ha ascoltato le argomentazioni di molti delegati. La maggior parte ha perorato la necessità del passaggio dall’attuale rappresentanza al “Sindacato” onde conseguire la massima libertà di espressione e di confronto su ogni argomento, senza le attuali limitazioni. Altri invece hanno proposto una diversa rimodulazione dell’attuale assetto della R.M. con il riconoscimento di “poteri sindacali”, allo scopo di mantenere l’unitarietà dell’Istituto anche per evitare frammentazioni. A richiesta dell’Assemblea si è proceduto a votazione palese. E’ dunque chiaro che il sistema attuale – come già ribadito in tutte le sedi – non appare essere garante delle aspettative di tutela economica e sociale dei Carabinieri. Emerge l’urgenza di una radicale riforma che porti ad un allineamento con i poteri delle altre organizzazioni di Polizia ad ordinamento civile, a partire dal riconoscimento della “personalità giuridica” nonché concreta protezione non solo collettiva ma anche individuale dei delegati. All'unanimità e a fattor comune è, in ogni caso, indispensabile che i termini della riforma, fin nei minimi dettagli, vengano, sin dall'inizio dell'iter, concertati a tutti i livelli dalle attuali rappresentanze ( Co.I.R. e Co.Ba.R.) e non calate dall'alto. TUTELA DEL DELEGATO - A distanza di oltre trenta anni registriamo ancora l’assenza di adeguata tutela nei confronti dei rappresentanti militari eletti democraticamente. Nella maggior parte dei casi i carabinieri non sono messi nelle condizioni di esercitare con piena libertà e serenità il loro mandato. Lo stesso Co.Ce.R. Interforze XI mandato nella sua prima delibera denunciava un’assenza di tutela dei rappresentanti. Per i motivi suddetti si ritiene necessario, intanto, un puntuale e risolutivo intervento del Comandante Generale dell’Arma al fine di consentire un sereno esercizio del mandato in piena libertà e senza timori di alcun genere. RIORDINO DEI RUOLI - Preso atto dell’assenza di iniziative concrete sul riordino delle carriere, considerato che la situazione attuale comporta evidenti sperequazioni e incongruenze di ogni genere, avuto riguardo all’attuale difficile situazione economica, è stato sottolineato che l’attuale parametrazione sta, da anni, penalizzando in modo irreparabile migliaia di carabinieri. Pertanto l'assemblea chiede al Co.Ce.R. di elaborare, in via preliminare, un progetto di riforma che definisca con chiarezza e in modo concreto gli obiettivi da perseguire, progetto da inoltrare a tutti i Co.Ba.R., per le proposte, le modifiche e i suggerimenti del caso. PREVIDENZA COMPLEMENTARE - Da oltre 4 anni i Tribunali Amministrativi emettono sentenze sui vari ricorsi proposti da migliaia di militari sul mancato avvio della previdenza complementare. Da oltre 15 anni sono state modificate, al ribasso, le future pensioni dei carabinieri. Lo spirito della riforma Dini prevedeva l’avvio della previdenza complementare al fine di integrare la drastica diminuzione dell’emolumento pensionistico. A distanza di anni, ancora, non è stata attuata la compensazione. Chiediamo l’avvio immediato della previdenza complementare. Si propone di attivare un gruppo di lavoro che veda come attori, oltre al Co.Ce.R., anche rappresentanti Co.I.R. – Co.Ba.R. al fine di: - conoscere se è aperto il “tavolo tecnico” specifico con la Funzione Pubblica; - verificare l’eventuale esistenza di proposte ovvero progetti; - suggerire eventuali necessarie modifiche giuridiche; - comprendere perché fino ad ora non si è potuto avviare la previdenza complementare. BLOCCO STIPENDIALE. L’assemblea ne chiede, all’unanimità, la fine immediata. Qual’ora risulti temporaneamente impossibile si chiede di cambiare l’attuale sistema, trovando il modo di spalmare le trattenute necessarie in modo proporzionale alla retribuzione tra tutti i militari dell’Arma. L’assemblea evidenzia infine come sia ormai prassi generalizzata, a tutti i livelli, rispondere alle delibere in modo evasivo e insignificante con frasi di circostanza “prendo atto, la problematica è allo studio ..., ho interessato la scala gerarchica …, la problematica è già nota …” Ancora più grave è il numero elevato delle delibere a cui non è stata data alcuna risposta. E’ evidente che se si crede nella rappresentanza militare le risposte devono essere di ben altro contenuto, ben altra celerità e concretezza. Roma, 5 marzo 2014 "