DA DOMANI E SINO A FINE ESTATE SEMPRE PIU' A.P.I. SUL TERRITORIO. ECCO LE ALIQUOTE DI PRONTO INTERVENTO SPECIALIZZATE E ADDESTRATE PER LE ATTIVITA' DI PREVENZIONE E REPRESSIONE SPECIFICA ALLE MINACCE TERRORISTICHE.

Da domani sino a fine estate saranno in 16 capoluoghi di provincia sul territorio nazionale con compiti e vigilanza specifica. Addestrati ed equipaggiati per il primo intervento a fronteggiare emergenze in caso di minaccia terroristica internazionale sul nostro territorio. Ma scopriamo chi sono i carabinieri delle A.P.I.

L’Arma dei Carabinieri stà affrontando la nuova tipologia di minaccia terroristica con l'addestramento specifico di carabinieri equipaggiati con fucili d’assalto, sul modello dell' AK-47 Kalashnikov e suoi derivati. E' in via di perfezionamento una revisione dell'addestramento e di dotazioni per il personale di pronto intervento dei nuclei radiomobili e dei nuclei operativi. La preparzione specializzata e la dotazione specifica degli armamenti ed equipaggiamenti renderà queste aliquote abili ad affrontare con rapiditàe risolutezza minaccie impegnative ed improvvise per consentire poi l'intervento delle task unit del Gruppo d'Intervento Speciale - G.I.S. Carabinieri e del Tuscania.  Da domani 8 agosto, ed entro fine estate, il progetto vede concretizzarsi sul territorio la costituzione di 18 Aliquote di Primo Intervento - A.P.I.. 16 saranno operative in capoluoghi di provincia nazionali e 2, costituite da reparti scelti dei Cacciatori di Sardegna e Calabria. Ogni A.P.I. è composta da nuclei dai 9 ai 14 uomini, in relazione alle unità del Nucleo Radiomobile  sotto il comando del locale Comandante Provinciale dell’Arma. Questa aliquota specializzata ha il compito  di intervenire con la massima rapidità in caso di attacco terroristico multiplo ad obiettivi urbani nell’area di competenza. Concettualmente le A.P.I. non rappresentano delle unità di tipo S.W.A.T., ma sono piuttosto delle tradizionali pattuglie del Radiomobile dotate di un addestramento e di dotazioni specifiche per il primo contrasto ai terroristi. Proprio per questo motivo, a differenza delle unità S.W.A.T., le A.P.I. non restano in caserma in attesa della chiamata per intervenire, ma svolgono specifici turni di pattuglia a protezione  degli obiettivi sensibili del territorio provinciale di appartenenza.  Questa turnazione viene valutata dal Comando Generale dell’Arma maggiormente idonea a garantire un’efficace copertura delle aree urbane e minori tempi di intervento sugli obiettivi.  Dal punto di vista dell’addestramento, il personale che viene inquadrato nelle A.P.I. è volontario, proviene dai nuclei radiomobili e svolge uno specifico corso di formazione di 3 settimane presso il CoESPU  di Vicenza. La formazione è coordinata dagli istruttori del G.I.S. e prevede specifiche nozioni di combattimento corpo a corpo, pronto soccorso operativo, combattimento in ambiente urbano, addestramento al tiro statico e dinamico, simulazioni di operazioni counter-IED e active shooter. Inoltre, la supervisione del personale del G.I.S. garantisce fin dall’inizio quell’amalgama indispensabile tra il personale  delle A.P.I. e gli incursori dell’Arma dei Carabinieri in termini di procedure operative e coordinamento tattico. Per quanto riguarda l’equipaggiamento,  il personale  delle A.P.I. dispone di dotazioni più specifiche rispetto alle normali pattuglie del pronto intervento dell’Arma dei Carabinieri come scudi antiproiettile, specifica tuta da combattimento, speciale giubbotto antiproiettile, elmetto balistico e singola radio personale. Armi in dotazione ordinaria e armi speciali che saranno mutate nel tempo man mano che le esigenze lo richiederanno. In considerazione della particolarità  dell’impiego, anche i veicoli SUV Suba- ru Outback e Forester in dotazione alle A.P.I. sono completamente blindati e dotati del nuovo sistema di Comando e Controllo “Odino3” disponibile su tablet per essere sempre in collegamento con le centrali operative dell’Arma dei Carabinieri. Alle A.P.I. che hanno lo scopo di rafforzare le capacità antiterrorismo dei reparti territoriali dell’Arma dei Carabinieri, si uniscono le S.O.S. - Squadre Operative di Supporto. Queste sono unità di rinforzo mobili, rapidamente dispiegabili su tutto il territorio nazionale in virtù dell’esigenza di rafforzare  i dispositivi  antiterrorismo locali per esigenze specifiche e temporanee. Le S.O.S. vengono tratte dall’organizzazione mobile dell’Arma e, in particolare, dai 13 reggimenti e battaglioni destinati al mantenimento dell’ordine pubblico. Dal punto di vista della forza, proprio per questa caratteristica di unità specifiche di rinforzo, ogni S.O.S. è composta da un numero di carabinieri che varia tra i 12 e i 24 e può operare in pattuglie di 3-4 militari anche con più equipaggi contemporaneamente. A differenza delle A.P.I. che sono legate al loro specifico comando territoriale di appartenenza, le S.O.S. sono alle dirette dipendenze del Comando Generale che decide in virtù delle esigenze antiterrorismo specifiche e contingenti a quale comando provinciale assegnarle e per quanti giorni. Terminata l’operazione, le S.O.S. rientrano presso  il loro reggimento di appartenenza in attesa di una nuova assegnazione e il personale,  in possesso di una ulteriore qualifica di eccellenza, può essere impegnato anche in altre attività a supporto del reparto di appartenza. Per quanto riguarda le dotazioni e il protocollo addestrativo,  le S.O.S. seguono esattamente lo stesso programma delle A.P.I., ma presso il centro addestrativo della 2a Brigata Mobile di San Piero a Grado (PI). La presenza delle 18 A.P.I. stanziali, unita alle 13 S.O.S., dispiegabili in caso di necessità a rinforzo di qualunque comando provinciale, permette al Comando Generale di disporre di uno “scudo” di prima risposta antiterrorismo  versatile e configurabile secondo le necessità del momento. L’organizzazione della struttura antiterrorismo dell’Arma e' impostata su uno schema di intervento modulare, scalabile e proiettabile a diversi livelli di complessità su tutto il territorio nazionale. Si rende possibile grazie alle caratteristica “doppia anima” dell’Arma dei Carabinieri, ovvero quella di Forza di Polizia di prossimità a competenza generale, ma anche quella di Forza Armata in grado di padroneggiare tutti gli aspetti di combattimento classico delle unità di fanteria leggera (contro-guerriglia, combattimento in ambiente urbano, colpi di mano ...). L'organizzazione dell'Arma dei Carabinieri e il personale istruttore e operatore specializzato sia sul territorio nazionale che internazionale puo' preparare i propri carabinieri a diverse esigenze operative ed in tempi brevi. L'attività di preparazione e approntamento per la prevenzione dedicata alla minaccia terroristica internazionale è in continuo sviluppo e perfezionamento nell'Arma dei Carabinieri.  I Carabinieri hanno scelto volontariamente di dedicarsi a queste aliquote specializzate che da domani sino a fine estate saranno sempre piu' visibili e numerose sul territorio e saranno sempre pu' preparate ed aggiornate in relazione alle esigenze che devono consentire ai carabinieri di continuare a operare a garanti dell'ordine e della sicurezza pubblica, ancor piu' in questo particolare momento di esigenza internazionale.