Dal 1995 l'intervento con la legge DINI che modifico' il sistema di calcolo delle pensioni del pubblico impiego passando da un sistema retributivo ad un sistema contributivo. Dal 2018 andranno in pensione i primi colleghi che toccheranno con mano le diverse centinaia di euro che mancheranno dalla propria pensione mensile.
Venti anni di attese, venti anni di politiche governative senza interventi, un quindicennio di attività a livello centrale che non ha mai affrontato il problema pensionistico evidenziando cosa sarebbe accaduto dal 2018 in poi dove i nostri colleghi carabinieri si sarebbero trovati con una percentuale importante di pensione in meno. Questo è l'effetto del passaggio dal calcolo del sistema retributivo a quello contributivo. Chi và in pensione dal 2018 si trova ad aver avuto un periodo importante di anni dove comunque gli è stata riconosciuta la vecchia contribuzione, mentre poi dal 1996 il calcolo è meramente con sistema contributivo. Drammatica, invece, è la situazione di chi arruolato nel 1996 è in un sistema di calcolo pensionistico totalmente contributivo. Infatti la pensione ammonterà, secondo i calcoli, a 950 euro circa. Questo lo abbiamo dedotto in pratica, perchè chi ha terminato anticipatamente il servizio o per decesso o per situazioni diverse ha dato una pensione di reversibilità ammontante al 50% di questa drammatica cifra. Di questa storia ne ho parlato io per primo, solo all'inizio di questo mandato Co.Ce.R. dove, in occasione dello sblocco del tetto salariale e le attività sulla stampa e televisioni che hanno portato a fare dichiarazioni importanti per conto dei carabinieri, non ho perso occasione, in tv e sulla stampa, di fare menzione del dramma pensionistico che investe tutti i carabinieri arruolati come me nel 1996. L'intervento sui parametri, effetto del riordino dei ruoli, dà un importante contributo economico proprio a chi, sistema misto, si avvicina tra pochi anni alla pensione. Infatti l'incremento dei punti parametrali incide positivamente sull'aumento della quota pensione e sulla quota buona uscita, Trattamento Fine Servizio. Infatti, proprio perchè facciamo informazione sul nostro sito web, abbiamo realizzato, a nostra analisi tecnica, gli specchi degli effetti economici del riordino dei ruoli che incidono in maniera importante sulla pensione. Certo è che, seppur si è a sistema di calcolo cosiddetto "misto", per poter vedere un consistente recupero delle somme che si perdono dal 2018, si dovrà prendere in seria considerazione di arrivare al 60' anno di età per raggiungere anche la soglia massima per la collocazione in quiescenza. Per chi è, invece, con il sistema contributivo, il riordino dei ruoli apre alle carriere e spinge chi ha vent'anni di servizio, sino ai piu' giovani, a crescere nei gradi con concorsi interni che dovranno consentire di raggiungere parametri piu' alti corrispondenti a ruoli e gradi diversi. E' un intervento importante quello del riordino dei ruoli che, guardando ad un ventennio di vuoto normativo, di ricorsi che non hanno sortito gli effetti concreti della partenza delle previdenza complementare, di silenzi e disinteresse in chi, rivestendo ruoli nelle parti sociali, avrebbe dovuto iniziare attività concrete a tutela del personale. Certo è che da quando abbiamo alzato l'attenzione su stampa e televisioni con i nostri interventi sono state avviate le argomentazioni piu' frequenti su questo tema. E ci fà esprimere qualche riserva forte su chi, solo ora, utilizza questo tema per farne populismo o utilizzare spazi di visibilità a fronte di anni e anni di totale assenza di interventi e di "apparizioni" sul tema. A noi fà piacere che ora se ne parli, ma bisogna andare al concreto. Non penso che sarà questo Governo a mettere mano al tema delle pensioni, delicato tema su una gestione economica che è pari ad un grattacielo pericolante che necessita solo di interventi mirati a tenerlo in piedi e non certo a rimodernarlo. Oggi non è piu' la previdenza complementare la soluzione, anche perchè come fai a sanare il pregresso di vent'anni ? Dovresti sanare il pregresso mettendo tutti ad un sistema di calcolo retributivo e iniziare da oggi con la previdenza complementare. Improponibile è stato considerato da parte di chi è tecnico di governo nei ruoli di competenza tecnica. Bisognerà iniziare a studiare interventi con una politica seria e non certo guardando a chi sino ad oggi nulla ha fatto e magari ci reimpasta qualche nuova favola. Interventi tecnici che dovranno trovare una rimodulazione del calcolo della pensione intervenendo sui coefficienti, sui montanti, su tutto cio' che potrà ridare una pensione dignitosa a chi come noi serve il nostro paese mettendo a rischio la propria vita nelle attività quotidiane per l'ordine e la sicurezza del nostro paese. Da chi, come carabiniere arruolato nel 1996, come me, m'infastidisco quando si gioca con l'onestà intellettuale del personale che rappresentiamo andando ad argomentare simili criticità ora e non aver fatto mai nessuna menzione, nessun intervento, nessuna azione forte con gli "amici" del passato di oltre un decennio avendo navigato a spanne in dinamiche di opportunità che non sono certo servite a svolgere il ruolo di responsabilità a tutela degli interessi collettivi del personale. I colleghi sono stanchi dei "cantastorie" e di chi vuole ancora vendere prodotti "scaduti" pur di giocare ancora con la sconoscenza dei grandi temi da parte del personale. Il personale oggi è informato e su questo ci prendiamo la nostra responsabilità ad aver contribuito ad alzare il livello di conoscenza delle materia che investono le dinamiche del carabiniere di tutti i giorni. L'impegno di aver fatto in concreto quello che nessuno ha avuto mai l'interesse di fare, sia per disinteresse, sia perchè cosat lavoro, responsabilità e una complessa quotidianità fatta di perdite e non di guadagni sui propri interessi. Esporsi per gli interessi collettivi non è mai stato un concetto da prendere in considerazione da chi doveva farlo quando le decisioni di governi che ci penalizzavano venivano poi vendute come cose già fatte e da digerire. Ora bisogna prendere spazio dando voce a chi ha dignità e senso di responsabilità nel dover intervenire in concreto per chi non ha il diritto alla pensione pur svolgendo un ruolo delicato per la sicurezza del paese. Il dramma ancor piu' grande è che perdere la vita per servire il paese porta in concreto una condizione di ulteriore povertà a chi rimane a piangere la sua memoria, la sua famiglia. Bisogna prendere questo momento storico di riforme che stanno andando a concretizzarsi e riuscire a dare risposte concrete al nostro personale anche sul drammatico tema della materia pensionistica. Il cambiamento porta a posizioni divise e necessariamente lontane da quelle che sino ad oggi mantengono posizioni su cui pesa il "non fare", il "non esserci", il "vedo-non vedo" delle scelte e delle condivisioni di opportunità del passato. Il cambiamento è per chi deve cambiare e non per chi deve continuare a "conservare" posizioni non piu' digeribili da chi come carabiniere è parte del cambiamento che necessariamente deve avvenire e che oggi ha avviato in concreto il suo percorso.