Questa è stata la settimana del reato di tortura. E' il titolo che la fà da padrone e poi i fuochi d'artificio della politica che ne deve fare una campagna pro e contro, giustificabile e non giustificabile, coerente e incoerente. Resta una legge con un messaggio che invece crea la necessità di altri interventi necessari per il servizio.
Il reato di tortura lo puo' commettere chiunque e non è una legge solo per il pubblico ufficiale. L'aggravante della pena è riservata a chi svolgendo un incarico pubblico dedicato all'ordine ed alla sicurezza ed al rispetto delle regole ed alla tutela del cittadino. Per noi è già in vigore nel codice, oltre poi la ulteriore dipendenza dal codice di ordinamento militare, ma questa è un altra cosa ancora. La pena è maggiorata se commessa da un pubblico ufficiale. La vittima di tortura deve essere una persona a cui viene privata la libertà personale o affidata alla custodia dell'autore del reato, o alla sua podestà, vigilanza, controllo, cura o assitenza, o che comunque si trovi in condizione di minorata difesa. Il fatto consiste nel porre in essere violenze o minacce gravi agendo con crudeltà e cagionando acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico. Il tutto mediante piu' condotte o tramite un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona. Bene, io non vedo e non trovo carabinieri che operano in questo modo a tal punto da rientrare in un reato del genere. Il reale problema è che ci si trova in una contestazione per aver commesso un fatto e indagato per tale reato, questo è il vero problema. Ho aspettato in questi giorni ad esprimere la considerazione del carabiniere su questa norma. Ho voluto leggere e valutare prima la legge, poi i commenti e le varie valutazioni senza perdere di vista le dichiarazioni dei politici, di chi è demandato ad esprimere il voto su una legge e a seguire dichiarazioni e comunicati stampa. Ho notato come il nostro ruolo e le dinamiche del nostro servizio istituzionali non siano cosi' ben chiare a tutti, specie al mondo politico, che forse dovrebbe fermarsi ed entrare a conoscere di piu' la vita di un carabiniere, quella di tutti i giorni. A fronte di una scelta politica del parlamento che ha portato all'approvazione nessuno ha subito chiesto la necessità di interventi urgenti a tutela di chi svolge questo ruolo istituzionale rispettando regole e procedure per dare quel servizio da rendere per l'ordine e la sicurezza pubblica a riferimento dei cittadini delle nostre comunità. Urgente è invece tutelare chi opera nelle regole e ha bisogno di poter avere supporti e strumenti che possano testimoniare il regolare comportamento e le procedure rispettate di chi è chiamato al servizio quotidiano. Immaginare che domani in una Stazione Carabinieri, di sera, entri un cittadino e possa poi andare a denunciare quel carabiniere in quanto dichiara di essere stato picchiato, privato della libertà personale, oggetto di azioni che rientrano poi nel reato di tortura. A quel carabiniere non ci sarà nessuno che potrà dichiarare il contrario, nessun Comandante, nessuno a tutelare il suo operato svolto in regolarità e nel rispetto della persona. E' necessario che da domani il carabiniere non resti solo a ricevere il cittadino, che abbia sistemi di videosorveglianza che possano filmare ogni istante del cittadino in caserma. Come da prendere in esame è la necessità di non poter piu' ricevere il cittadino trovandosi da soli in caserma. Tutto è da prendere in esame e tutto è a questo punto da rivedere se un carabiniere debba essere realmente tutelato. Oggi la tutela si è resa ancor piu' necessaria a fronte di questi percorsi legislativi orfani degli aspetti connessi al non far commettere il reato, visto che si è creato il problema di punire tale azione come se fosse un ripetersi seriale di tali azioni. Si, perchè da non perdere di vista che il carabiniere ha a che fare anche con i delinquenti, pregiudicati, persone che non hanno alcun interesse a comportamenti come un normale cittadino. Oggi molti carabinieri trovano strumenti di opportunità per poter filamare e documentare determinate situazioni in fase operativa e quando si deve intervenire con forza per reprimere un reato o per prevenire la realizzazione di un reato a salvaguardia della tutela del cittadino. In considerazione che è un aggravante quella di commettere un reato da operatore pubblico ufficiale è necessario che qualcuno prenda in esame che, proprio per questa aggravante, ci debba essere un intervento nelle procedure della magistratura, del processo, del giudizio. A carico di un carabiniere, di un operatore di ordine e sicurezza pubblica, una contestazione di un reato deve poter avere procedure veloci in un processo e procedure urgenti. Si, infatti, perchè se il reato è stato realmente commesso, proprio per l'aggravante, un amministrazione non deve piu' consentirgli di poter continuare a operare. Non come succede oggi, dove tantissimi casi hanno portato a contestazione e poi a sospensioni dal servizio per poi, dopo anni e anni, trovarsi in un "assolto per non aver commesso il fatto". Inaccettabile per un operatore dello Stato che viene fermato, carriera distrutta, vita familiare compromessa, serenità personale non piu' recuperabile, per poi trovarsi dopo anni e anni a cercare che qualcuno possa ripagargli quello che ha perso come operatore al servizio dello Stato. Nessun politico puo' avere questa percezione della problematica e cogliere l'occasione di questa legge per poter creare dei percorsi giudiziari urgenti che debbano in poco tempo se puoi continuare ad essere un uomo di legge al servizio dello Stato nell'opera di ordine pubblico e della sicurezza sul territorio nazionale. Nulla di tutto cio'. Ho visto colleghi "torturati" da contestazioni per anni e anni e poi, dopo trovarsi assolto e senza piu' poter recuperare i danni creati alla sua vita di uomo di legge e di rispetto delle regole. Non sarà "tortura" nei servizi di ordine pubblico in piazza perchè le forze dell'ordine sono li' ad evitare ogni azione che violi regole e divieti nelle manifestazioni stabiliti dalla legge e dalle norme di sicurezza per l'evento. No, reagire alle aggressioni, alle violenze, al lancio di pietre non sarà tortura, perchè nessun esponente politico ha posto l'accento sulle regole di una manifestazione di piazza che debba vietare mascheramenti a fronte di pene severe per chi da solo è in grado di creare un disordine pubblico che coinvolge migliaia di persone. Il reato di tortura non riguarda i carabinieri, non riguarda gli operatori di ordine e sicurezza pubblica, ma è certo che è necessario dover porre in essere procedure perchè un carabiniere possa continuare a svolgere il proprio servizio in condizioni adeguate di serenità e di armonia per potere dare il massimo impegno in quel ruolo di responsabilità che oggi è riferimento e di esempio per i cittadini che amano la funzionalità delle proprie comunità rese vivibili solo con regole, ordine e sicurezza pubblica. La politica del carabiniere, la politica di chi serve e opera con quel senso di responsabilità che invece altrove cede il passo a dinamiche politiche e non certo utili agli interventi necessari per dare sempre piu' adeguata vivibilità, accoglienza e funzionalità alla vita di tutti i giorni nel nostro bel paese.