I CARABINIERI RICONOSCONO UN RIFERIMENTO SU TUTTI...IL CARABINIERE DEL SETTE. LA STAMPA CHE SCRIVE E' LONTANA DA CHI E' DAVVERO UN CARABINIERE TRA I CARABINIERI IL COMANDANTE GENERALE TULLIO DEL SETTE

La carta stampata, qualcuna, ogni tanto deve scrivere sull'Arma cercando di voler associare situazioni, fatti o crisi che i carabinieri che sono tra la gente non riconoscono. I carabinieri leggono quegli articoli e associano ad una stampa lontana dalla realtà ma che deve scrivere per..... I carabinieri sanno come stanno le cose davvero.

I carabinieri sanno che hanno un Comandante che è Carabiniere come pochi, piu' di loro stessi. Questa è la grande novità che si leggerebbe se la stampa dovesse scrivere per conto del carabiniere. Ma quanto interessa alla carta stampata se un Carabiniere è soddisfatto dell'opera del Comandante Generale. Erano anni e anni che un carabiniere non sentisse al suo fianco un Comandante Generale come il Generale dei Carabinieri di Corpo d'Armata Tullio Del Sette. I giornali non hanno interesse a scrivere che un Comadnante Generale ha ereditato un Comando dell'Arma dove le scelte fatte avevano portato a perdere migliaia e migliaia di carabinieri sul territorio nazionale, concorsi bloccati e assunzioni congelate con un turn over inaccettabile per chi si occupa di sicurezza con la vita a rischio giorno per giorno. Un Arma che ha scelto di ridurre unità sul territorio modificando le strutture a scapito della presenza dell'istituzione nelle comunità da curare in via esclusiva per ordine e sicurezza pubblica. Bilanci di gestione che per scelta hanno fatto gravare disponibilità su equipaggiamenti e attrezzature tecniche, nonchè auto, esigenze logistiche di prim'ordine che si sono andate ad aggiungere alle difficoltà di operare in 6 a fronte dei 10 con cui si lavorava prima ad una stazione carabinieri. Caserme lasciate in balia di stanziamenti e di interventi da dover effettuare che hanno messo nel tempo in condizioni precarie i carabinieri che comunque dovevano svolgere il loro ruolo cercando di non vedere e non curare dove lavoravano e in che condizioni. Un periodo alle spalle di abbuiamento che ha consolidato una lontanza tra l'Arma dei Carabinieri e i Carabinieri. Tra chi gestisce lontano dalla realtà delle cose e chi invece è li' a rispondere alle esigenze del cittadino, alle esigenze di sicurezza e di riferimento per lo Stato in quelle comunità del nostro bel paese. Si, quella di Tullio del Sette, il mio Comandante Generale, il nostro Comandante, è stata una vera e propria rivoluzione innovativa che ha rigenerato la nostra isituzione, ma sopratutto ha dato importanti contributi in concreto per rigenerare e rinnovare stimoli e quel senso di responsabilità ai carabinieri d'Italia. Sara' stato un Governo che ha scelto la sicurezza investendo sugli operatori delle forze dell'ordine e del comparto difesa e sicurezza, sarà stata la capacità all'occhio di tutti del nostro Comandante Generale Tullio Del Sette, una cosa è certa che la parola "ripartenza" è nei quasi tre anni alle spalle di buon Comando di questi anni. I Carabinieri hanno ritrovato la parola "rispetto" nei loro confronti, nel loro lavoro, nella loro opera quotidiana del ruolo sociale in cui hanno sempre creduto pur maltrattati nel non essere messi in condizione di fare la propria parte giorno dopo giorno. Un Comandante Generale che ha scelto di riprendere a far arruolare carabinieri con interventi straordinari negli arruolamenti  che non sono solo al ripresa del "turn over" . I carabinieri hanno chiesto sempre uomini per poter lavorare ripartendo i carichi di lavoro in maniera equilibrata e proporzionata alle esigenze dei vari territori. Aver messo in condizione i carabinieri di operare in 6 quando prima si era in 10 chiedendo di fare quanto prima avevano garantito a quelle realtà in termini di sicurezza, è stato un chiaro segno di disinteresse e di lontananaza dalla realtà delle esigenze nel metetre in condizioni di chi deve dare sicurezza comunque per i cittadini con cui interagisce tutti i giorni. Migliaia di arruolamenti in questi anni che stanno dando un importante contributo a ripianare gli organici che per le scelte del passato sono al limite della funzionalità e che vanno avanti solo grazie a quel senso di responsabilità che è dentro ogni "carabiniere". La realizzazione di aliquote equipaggiate e addestrate di personale per le esigenze sulla prevenzione del terrorismo, l'acquisto di autovetture per dare dignità e funzionalità al servizio di pattugliamento, dove i carabinieri si sono trovati in panda nel fare le pattuglie per non dare sicurezza in strada. I tagli sui reparti speciali che oggi invece sono ritornati ad essere reparti speciali dell'Arma dei Carabinieri e non sentirsi lontani dall'organizzazione come prima si avvertiva. La cura del personale che opera come specializzato per cui le sue competenze acquisite nel tempo sul campo vengono salvaguardate riuscendo a modificare l'organizzazione come chiedono le scelte di Governo non perdendo la loro opera nel tempo e dando loro dignità adeguata. Gli interventi sulla logistica e sulle caserme nelle ristrutturazioni e nella realizzazioni di nuove strutture sul territorio nazionale. l'investimento innovativo nel dare al carabiniere maggiore funzionalità avendo una divisa piu' consoa alle attività operative con equipaggiamenti adeguati alle esigenze nel tempo. La divisa di pattuglia su cui si stanno definendo gli ultimi dettagli prima di partire con l'iter di bando e di approvviggionamento, che prima era una cosa impensabile non per costi ma per scelte di vertice che si sono distinte per essere lontane dal carabiniere....quello che fà il carabiniere. L'attenzione con risposte concrete ai carabinieri che sul territorio operano in terre difficili per criminalità. La condivisione e la partecipazione a scelte governative che hanno portato a dedicare un miliardo di euro a regime per il riordino dei ruoli tanto usato come termine politico nel passato ma mai messo in concreto con intervento governativo. La presenza del Comandante Generale che è sempre tra i carabinieri in tutte le occasioni e in tutti i momenti in cui il carabiniere ha bisogno di sentire il Comandante vicino a lui, sapere che lui c'è e non solo nella foto nel quadretto sul muro negli uffici del Comandante della Stazione Carabinieri. Ma lui, il Comandante, quello che ha fatto e che continua a fare sino a che il Governo lo vorrà senza mai chiedere di voler restare, perchè non è coli che chiede ma colui che fà, colui che è...carabiniere. Non basta una paginetta del nostro sito riferimento dei carabinieri per descrivere quanto ha fatto di buono per i carabinieri e per il servizio da rendere al paese in termini di riferimento e sicurezza.  Mentre la stampa inizia a spalleggiare qualche dinamica politica di opportunità di qualcuno che magari sente l'Arma un suo strumento politico, i carabinieri iniziano a pensare che fra qualche mese il loro Comandante Generale, quello che amano davvero, terminerà il suo percorso. La Stampa non dà la parola ai carabinieri ma serve per direzionare flussi d'interessi di potere di taluni in una ben determinata direzione. No, perchè non serve sapere e far sapere che i carabinier se potessero lascerebbero Del Sette al Comando dell'Arma perchè è un carabiniere che stà dando molto ai carabinieri e che vorrebebro continuasse a riprendersi e continuare questo nuovo percorso di crescita nel segno del "carabiniere" e della funzionalità del ruolo sociale che riveste per il paese. Tutti sappiano che i Carabinieri dell'Arma mai come prima sanno che al vertice della loro istituzione c'è il Carabiniere Tullio del Sette, il loro Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, il loro riferimento che ha dato tanto per metterli in condizione di poter essere i carabinieri d'Italia. Questo è l'articolo dei Carabinieri su Tullio Del Sette.