Si, noi vogliamo cambiare per la tutela del carabiniere, quello che noi oggi siamo e quello che noi domani vogliamo essere. Passare dalla rappresentanza al sindacato virtuale correndo per cambiare solo il vestito ma non avendo alcun nuova competenza, alcun ruolo negoziale puro, ma solo una libertà sociale che non è tutela
Corri, corri, muoviti...perdi il posto. Cosa mi dai ? No, io voglio essere il coordinatore, no io voglio essere il referente. Certo la voglia di cambiare è di tutti coloro che hanno fatto pura rappresentatività del personale. Abbiamo sempre chiesto una riforma vera che abbia al centro un ruolo negoziale puro per chi deve rappresentare i carabinieri. Nuove competenze, adeguate ai tempi ed alle esigenze sul territorio. I carabinieri sono cresciuti nel tempo e nella società, perchè operano, vivono e sono parte e riferimento di questa società che cambia. La tutela del carabiniere non puo' passare da questo cambiamento virtuale e non reale per la tutela del personale. Noi abbiamo costruito una realtà virtuale degna di un associazione ad indirizzo sindacale partendo dall'informazione che ha coinvolto, ha interagito e ha fatto crescere. Noi abbiamo ideato servizi assistenziali, consulenze sulle dinamiche relazionali nella nostra isituzione, assistenza nella materia disciplinare e legale, tutela della propria dignità personale entrando nel problema d'interesse comune e mettendosi a capo del percorso che potesse portare ad una concreta risoluzione. Ci siamo affiancati al problema del singolo collega al quale abbiamo provato a dargli supporto e provato a raggiungere il suo obiettivo che potesse comunque essere conciliabile con le dinamiche della nostra istituzione. Abbiamo realizzato community, siti web, applicazioni, riferimenti sui social network, lo abbiamo fatto con coraggio, esponendoci, per chi lo ha scelto di fare, per chi ha sempre creduto in questo percorso di evoluzione e crescita a tutela del carabiniere. Ma è proprio da chi davvero è stato ed è riferimento del personale, riconosciuto per aver fatto con coraggio e pagando in prima persona, che si alza il grido piu' alto di richiesta di rispetto e di dignità. Questa prospettata non è la realtà sindacale che puo' essere chiamata "epocale". I disegni di legge sono lontani da una vera proposta di legge che dia identità ad una realtà sindacale per i carabinieri. Si invita a presentare richieste di assenso con statuti che articolano norme di diritto sindacale ma in realtà le regole cono le stesse della rappresentanza militare che abbiamo voluto sempre riformare proprio nelle regole. Ma in molti corrono, in molti si agitano, in molti dicono...fai presto. Io voglio correre verso l'approvazione di una proposta legislativa che dia dignità ad una realtà sindacale aggiornata ai tempi ed al contesto sociale e lavorativo. Un passaggio da rappresentanza a sindacato che dia espressione rappresentativa a tutela delle dinamiche che vivono i carabinieri in questa società che è cambiata, assistendo a Governi che non hanno alcun interesse a dare dignità a chi è reale e quotidiano riferimento sul territorio nazionale per ordine e sicurezza pubblica. Si, cammino, ma non corro in questo momento. C'è poco da correre, davvero molto poco. Ora non si torna piu' indietro, cosi' ha voluto e fatto il Ministro della Difesa. Ora ci devono essere regole serie, reali. Ora ci devono essere strumenti a tutela del carabiniere e di chi lo deve rappresentare, reali. Ora ci deve essere una legge vera che dimostri questo cambiamento nella direzione della tutela dei diritti del carabiniere e non nel creare ulteriore confusione e disorientamento in un momento dove il disagio del carabiniere diventa sempre piu' crescente per colpa proprio delle scelte delle politiche di governo lontane da interventi reali su chi opera per la sicurezza del paese. le realtà sindacali delle forze di polizia ad ordinamento civile sono in un momento di analisi e si guardano dentro su come migliorare lo strumento sindacale e noi dovremmo correre verso un associazionismo ad indirizzo sindacale che non è un sindacato, ma che anche se lo fosse, sarebbe già in crisi per il momento storico che vive la tutela del personale del comparto difesa e sicurezza. Noi continuiamo ad andare avanti per andare "oltre". Quello che abbiamo fatto in maniera graduale in questi anni. Il nostro "Oltre" non ha mai perso di vista l'obiettivo della rappresentatività del personale, di noi stessi, carabinieri. Ci siamo esposti con un obiettivo, abbiamo preso poszioni, siamo stati oggetto di serie di contestazioni disciplinari, abbiamo fatto delle scelte senza mai confondermi nelle dinamiche diverse o esterne a quelle della quotidianità del carabiniere. Di me, carabiniere che deve rappresentare i carabinieri. Ora dobbiamo difendere la dignità del carabiniere e della sua rappresentatività che non passa certo da quello a cui stiamo assistendo. Abbiamo un mandato elettivo che il Ministro della Difesa ha stabilito con documentato percorso elettorale e con 4 fasi elettive per essere nella sede del Consiglio Centrale. Lo stesso Ministro della Difesa ha dichiarato che finalmente la realtà associativa ad indirizzo sindacale darà tutela al personale, ma osservando gli statuti che ha appena iniziato ad autorizzare, che attestano cose ben diverse da quello che sostiene nelle dichiarazioni sui social, non c'è da esaltarsi, ma da preoccuparsi seriamente. C'è qualcosa che non và tra quello che si dice, quello che si fà e tra le reazioni del personale che dovrebbe fare le scelte associative, sindacali come vengono chiamate. Oggi non si puo' dire al collega che deve darti fiducia e deve scegliere un progetto serio affidando ad una persona non piu' una combinazione di numeri ma almeno 60 euro all'anno. Per cosa ? per nulla che è cambiato per la tutela del personale ? Non si puo' chiedere ad un collega di darti tesseramento e fiducia su quello che potrebbe essere o quello che potrebbe diventare. Un progetto si basa su cosa definite che si miglioreranno, ma non su suggestioni e virtualismi. Una cosa è certa. Riprendendo la riflessione che mi faceva un carabiniere per bene...oggi per vincere bisogna essere "diversi". Le fotocopie sono carta straccia riciclata. Il popolo in divisa vuole gli "originali". Noi andiamo avanti e se questa deve essere l'ennesima battaglia sociale la faremo nell'identità di carabiniere a tutela dei carabinieri. Noi continueremo il nostro percorso e lo faremo per una realtà associativa ad indirizzo sindcale che abbia una dignità per i carabinieri che continueremo a rappresentare da delegati fino a che mandato ci sarà dato. Lo continueremo a fare con la realtà sociale che dia dignità al carabiniere e a chi lo deve rappresentare in ogni forma che sarà consentita dalla legge. Noi non corriamo, ma andiamo avanti come avanza un carro armato. Una marcia lenta e decisa verso la tutela dei carabinieri, ma che abbia una reale direzione e un obiettivo sociale da seguire, una ragione sociale per un soggetto giuridico che abbia la sua dignità. Noi non vogliamo combattere battaglie, ma vogliamo tutelare i nostri colleghi carabinieri nell'interesse funzionale della nostra istituzione, Arma dei Carabinieri. Quella per il quale crediamo svolgendo un ruolo sociale degno di rispetto, degno di un carabiniere. Io continuerò ad esserlo.