Altro sacrificio di un collega che per senso del dovere combatteva la criminalità a difesa dei diritti dei cittadini romani per una quotidianità fatta di rispetto elle regole, ordine e sicurezza. Quando tutti dormono il criminale è in giro e si trova la pattuglia dei carabinieri a dover combattere da sola crimine e criminali. Siamo stanchi.
Mario, vice brigadiere nei Carabinieri, da poco trentacinquenne e da poco piu' di un mese sposato. Un momento felice della sua vita che aveva coronato il sogno di portare all'altare la sua compagna. Solare e positivo su tutto. Amava il suo ruolo sociale in divisa nera a bande rosse e non solo. Riprende il servizio da poco piu' di una settimana di rientro dal viaggio di nozze. Tanta energia e tanta voglia di continuare ad essere un riferimento per i cittadini della capitale in quell'area di Roma che chiede sempre quell'attività quotidiana di prevenzione e di garanzia dell'ordine e della sicurezza. E' notte e tutti dormono. Una pattuglia dei carabinieri vigila e tra i compiti gli viene dato quello di ricercare due malfattori che avevano in atto la restituzione di un oggetto di furto in cambio di danaro. All'improvviso trovano due sospetti, probabili autori di quel reato. Li controllano e all'improvviso scatta una reazione violenta e armata di coltello da parte del malfattore. Il carabiniere non ha ucciso, è stato ucciso. Ma non fà notizia un carabiniere che muore accoltellato. Il sacrificio di mario colpisce tutti gli operatori di sicurezza d'Italia, in particolare su Roma. Le pattuglie della polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia Municipale si recano davanti al Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri e fanno suonare le sirene delle auto. Si fermano e scendono sull'attenti. Un gesto di vicinanza per il dolore dei carabinieri tutti. Il Comandante Generale con il suo Stato Maggiore scendono in strada e ricevono le parole di vicinanza da parte di tutte le forze di polizia. Quei video che stanno girando stanno commuovendo tutti i carabinieri, i poliziotti, i finanzieri, tutti coloro che svolgono questo ruolo per strada a combattere il crimine ...soli. Si, orfani di chi in questa politica usa la parola "sicurezza" e non investe un euro per sanare gli organici in difficoltà. La sicurezza si fà con gli uomini, le risorse umane. Non ci sono soldi per i contratti di lavoro, non per pagare gli straordinari, non per una pensione dignitosa, ma non si puo' pensare di fare sicurezza senza risorse sul territorio. Non si puo' intervenire in due per "combattere" i criminali a contatto fisico. Non bastano solo nuove regole. Siamo stanchi. Siamo stanchi di saltare il riposo, la licenza, di non fare piu' turni regolari. Siamo stanchi di non avere la possibilità di operare con le giuste energie, i giusti stimoli. Noi continuiamo a farlo perchè con responsabilità questo ruolo sociale qualcuno lo deve fare e possiamo farlo solo noi. Solo noi con questo "reale" senso del dovere. Senso di appartenenza e senso dello Stato. Siamo stanchi di abbraciare una famiglia distrutta dalla perdita di un figlio, di abbracciare una moglie a cui si distrugge la propria vita. Si, cari "governanti" siamo stanchi. Siamo stanchi di ascoltarvi a parlare di sicurezza e di strategie politiche che nulla hanno a che fare con chi, come noi, è li' sulla strada a "combattere" con delinquenti, malfattori e soggetti pericolosi mettendo tutti i giorni a rischio la nostra vita. Si, la nostra vita vale di piu'. Siamo stanchi di morire cosi'.