IL CARABINIERE DONNA E QUEL VALORE AGGIUNTO IN DIVISA NERA A BANDE ROSSE. L'8 MARZO E QUELLA MIMOSA PER DIRE GRAZIE DI ESSERCI A TUTTE LE 5423 DONNE NEI CARABINIERI D'ITALIA

8 marzo è festa della donna. Oggi noi vogliamo dire grazie alle nostre colleghe che, nel ruolo sociale del carabiniere, si dividono tra collega, amica, sorella, moglie e madre. Un giorno per dire grazie con un sorriso alle nostre colleghe che si attestano sempre piu' come un valore aggiunto nella nostra Arma dei Carabinieri.

Una giornata per rafforzare la lotta contro le discriminazioni e le violenze, in cui ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne, un momento per riflettere sul cammino ancora da compiere. Una leggenda narra che la Festa della Donna sia stata istituita nel 1908 in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York, la Cotton.  In realtà, appunto, si tratta solo di una leggenda nata negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. La Giornata Internazionale della Donna infatti, nacque ufficialmente il 28 febbraio del 1909 negli Stati Uniti. Fu il Partito Socialista americano ad istruirla, che in favore al diritto di voto delle donne, in quella data organizzò una grande manifestazione. Il tema era già stato a lungo discusso negli anni precedenti sia negli Usa, celebri sono gli articoli della socialista Corinne Brown, la quale il 3 maggio del 1908 presiedendo a Chicago la conferenza del Partito socialista, tenne un discorso inerente lo sfruttamento delle donne nelle fabbriche e la necessità di concedere loro il diritto di voto. Quella conferenza, con sole donne invitate, venne chiamata la Woman’s Day. Il periodo tra il novembre del 1908 ed il febbraio del 1909 si susseguirono scioperi organizzati da migliaia di operaie si New York, battendosi per chiedere un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel 1910 l'VIII Congresso dell'Internazionale socialista propose per la prima volta di istituire una giornata dedicata alle donne. Da quel momento in avanti, le manifestazioni delle donne si moltiplicarono. In molti Paesi europei, tra cui Germania, Austria e Svizzera, nacquero delle giornate dedicate alle donne. La data dell'8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917, quando in quel giorno le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, dando così vita alla «rivoluzione russa di febbraio». Fu questo evento a cui si ispirarono le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca quando scelsero l'8 marzo come data in cui istituire la Giornata Internazionale dell'Operaia.  In Italia la Festa della Donna iniziò a essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L'iniziativa prese forza nel 1945, quando l'Unione Donne in Italia, formata da donne del PCI, PSI, Partito d'Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro, celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell'Italia già liberate dal fascismo. L'8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l'Italia ha ricordato la Festa della Donna ed è stata scelta la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo della ricorrenza. Negli anni successivi la Giornata è diventata occasione e momento simbolico di rivendicazione dei diritti femminili, dal divorzio alla contraccezione fino alla legalizzazione dell'aborto e di difesa delle conquiste delle donne.

 

Nel 2000 ci fu un’altra rivoluzione al femminile, le donne entrano nelle Forze Armate e quindi nell’Arma dei Carabinieri. La legge fu approvata il 20 ottobre del 1999 ( legge 380/99 ), che ha sancito l’ingresso delle donne in divisa nelle Forze Armate.  Per le donne, indossare la divisa nera a bande rosse è stato un percorso graduale. Si inizio’ con i bandi di concorso per l’accademia per gli ufficiali, poi i bandi di concorso per gli allievi marescialli ed infine il reclutamento per entrare a far parte dell’Arma come carabiniere. Sono 20 anni di esperienza quelli trascorsi dalle donne nell’Arma dei Carabinieri. Oggi le donne hanno consolidato il proprio status nel ruolo sociale del carabiniere. Il coraggio, la determinazione e l’orgoglio nel ricoprire quei ruoli che erano stati ad appannaggio esclusivo degli uomini, oggi rende quel valore aggiunto nelle nostre donne carabiniere. Le donne hanno dato prova di ragguardevole resistenza e sopportazione dello stress, alla pari degli stessi colleghi uomini. Talvolta, proprio quel ruolo di ragazza, moglie, madre, donna, si è posto come piu’ forte nelle difficoltà quotidiane e nelle dinamiche della vita da carabiniere. Ma c’è un momento nella vita di una donna che segna un importante passaggio, un momento che la arricchisce, il momento in cui una donna carabiniere diventa madre.  Questa nuova condizione le impone un nuovo assetto sia psicologico che pratico. Non si è più solo carabiniere donna, ma si è chiamate a svolgere un nuovo ruolo, il più complesso, quello della carabiniere Madre.  Amare un figlio è il sentimento piu’ grande per una donna che, in divisa nera a bande rosse, non è meno di quel credo di fedeltà nel giuramento fatto alla bandiera Italiana, al paese, all’Arma dei Carabinieri. L’orgoglio di un bambino che guarda la sua mamma in divisa che svolge con fierezza e orgoglio quel ruolo sociale straordinario dell’essere carabiniere. L’orgoglio di essere donne e uomini al servizio del paese con quel senso di responsabilità che puo’ comprendere e vivere solo chi indossa la nostra divisa e veste la nostra passione. Oggi Tutti noi volgiamo un sorriso di gratificazione guardando negli occhi le nostre carabinieri donne.  A loro, alle 114 donne carabiniere nel Comando Generale dell’arma dei Carabinieri, alle 198 nella organizzazione mobile e speciale, alle 630 nell’organizzazione delle scuole di formazione, alle 3200 in servizio nell’organizzazione territoriale, alle 68 nel esigenze e servizi speciali, alle 1213 del ruolo carabinieri forestale, alle 5423 donne carabiniere, a tutte loro il nostro grazie per quello che fanno, per quello che sono e per quello continueranno ad essere per noi tutti carabinieri d’Italia.