I CARABINIERI SI ASPETTANO LE SCELTE, QUELLE PER AFFRONTARE IL QUOTIDIANO E PER POTER CONTINUARE A DARE RISPOSTE DI SICUREZZA AL CITTADINO. COSI' NON POSSIAMO PIU' ANDARE AVANTI, NOI, CARABINIERI, SIAMO STANCHI E CON POCHI RIFERIMENTI

Le difficili condizioni della società, che subisce anche l'imponente effetto pandemia, ci mettono a dura prova nel dover gestire i rapporti sociali . A questa nuova esigenza si aggiungono le nostre criticità interne che diventano sempre crescenti giorno dopo giorno. Abbiamo bisogno di scelte costruttive e non distruttive.

“ …sino ai primi del 1832, a seguito della costituzione del Corpo dei Cavalleggeri di Sardegna, si rese indispensabile il riordino dei Carabinieri Reali che avvenne con Regio Viglietto del 23 febbraio di quell’anno. La forza fu ridotta a 61 ufficiali e 2033 tra sottuffìciali, militari di truppa e allievi, per un totale di 2094 militari. Contestualmente, si determinò la soppressione anche delle divisioni in tutto il regno, tanto che per le due di Torino e le due di Genova fu incaricato del comando un maggiore, riducendo anche il numero degli ufficiali superiori 5. In effetti gli ufficiali, con questa riforma, erano stati organizzati cosi: 1 Comandante Generale, maggiore generale, 1 luogotenente colonnello, 2 maggiori, 5 capitani comandanti, 9 capitani in seconda, 1 direttore de conti, 1 quartier mastro, 1 aiutante maggiore, 1 chirurgo maggiore, 10 tenenti in prima, 22 tenenti in seconda, 7 sottotenenti . Tuttavia la soppressione delle divisioni ebbe breve durata, poiché già nel 1833 si determinò di ripristinarle attribuendone il comando a maggiori o luogotenenti colonnelli, prevedendo nel contempo anche un comandante in 2°. Interventi similari furono poi nel tempo emanati per bilanciare la forza alle esigenze e ai compiti assegnati…”

“…siamo nell’aprile del 1848, si, il periodo storico della carica di Pastrengo del 30 aprile di quell’anno. Un avvenimento particolarmente significativo che interessò il Corpo dei Carabinieri Reali durante il periodo albertino. La carica dei tre squadroni di guerra della scorta reale nel corso della Prima Guerra d'Indipendenza. Noi ne osserviamo tutti i giorni un quadro che troviamo in tantissimi reparti, comandi e uffici dell’Arma dei Carabinieri, noto ritratto a firma  di tale De Albertis. Si ricorda a questo proposito che, secondo Pagano, per garantire un contingente di oltre 150 unità per il servizio di polizia militare presso i due corpi d'armata e una divisione di riserva, nonché una scorta di 280 uomini a cavallo a disposizione del sovrano, si rese necessaria la chiusura di 49 stazioni.  In tale contesto storico l'attività dei Carabinieri riguardò una delle sue funzioni principali: la partecipazione alle operazioni belliche principalmente con compiti di polizia militare o di sicurezza pubblica e privata in generale oltre che del sovrano…”

 

 

Non amo la storia, proprio no. Sarà perché provo piu’ ispirazione e stimolo a creare in maniera naturale con idee innovative che si sviluppano da studi ed approfondimenti guardando sempre alla realtà ed alla vita del carabiniere di oggi che vuole guardare all’immediato domani, senza trascurare di dover costruire per un nostro futuro migliore. Ma ho un amico che ho voluto fortemente con me in questo percorso del XII mandato, che ama la storia e ne studia gli aspetti e gli approfondimenti come pochi. Ogni tanto mi dà i suoi cenni storici mentre io non voglio spostarmi da contenuti e riflessioni contemporanee nell'obiettivo di interrogarci su soluzioni su come possiamo migliorare la quotidianità della vita del carabiniere.  Parlavamo di come poter fare delle proposte concrete su come affrontare il momento critico della forza organica sul territorio nazionale per non mancare in quel servizio responsabile di ordine e sicurezza da rendere alle nostre comunità affidate per il bene della vita del nostro paese.  La carenza organica è abbastanza al di sopra delle 11mila unità a cui si aggiungono i ritardi nei corsi di formazione e le assenze per gli effetti della pandemia tra positivi al contagio e isolamenti preventivi. Ci attestiamo su una media di 20mila unità assenti al giorno, lo posso dimostrare e garantire nello stile con il quale ho sempre dato informazioni certe e documentate da oltre un decennio, in maniera costante e coerente con il mio essere semplicemente un carabiniere che crede fortemente in quello che siamo e quello che dobbiamo continuare ad essere.  Nessuno vuole smontare e indebolire la nostra istituzione offrendola in pasto a chi sà che siamo il riferimento del paese e della gente del nostro bel paese. In Italia e sul territorio internazionale. Siamo amati per quello che siamo e quello che facciamo tra la gente e per la gente da oltre 200 anni.  Quando parli con chi si occupa di strategie di vertice e parli di stazioni carabinieri sembra che tu voglia andare a toccare discorsi strategici contro il bene della nostra istituzione. E’ un atteggiamento difensivo, ma che lascia spazio a prendere atto della non capacità a prendere in esame soluzioni per far dare risposte di vita quotidiana per il carabiniere che è li’, in prima linea per dare risposte di sicurezza al cittadino, priorità dell’Arma dei Carabinieri come forza di polizia ad ordinamento militare.  Noi carabinieri viviamo in una condizione lavorativa quotidiana sempre piu’ difficile e sempre piu’ in criticità nella gestione del servizio al reparto che si riflette nella minore serenità nel privato quotidiano. A tutto questo dobbiamo aggiungere l’effetto pandemico che ci fa gravare quella pressione psicologica sia interna e sia esterna nel trovare sempre il giusto equilibrio nella relazione sociale con i cittadini per siamo riferimento della società.   Dall’uovo pasquale non puo’ bastarci poter ricevere la pace e il bene, certo la salute ancor piu’ determinante per l’equilibrio di vita e la garanzia di andare avanti con maggiore serenità. Ma abbiamo bisogno di scelte che possano intraprendere il percorso di un immediato futuro che deve convivere con la mancanza di personale ai reparti e che porta a non poter continuare a svolgere il servizio in queste condizioni. Bisogna trovare un vero e proprio coordinamento tra piu’ stazioni carabinieri in un solo comune e proporzionare l’apertura delle caserme in relazione al personale effettivo a favore della presenza sul territorio con i servizi esterni tra il cittadino. Bisogna valutare quanto sia importante dedicare personale nelle organizzazioni mobili a fronte di servizi di Ordine Pubblico dove la Polizia di Stato ne svolge meno servizi. Bisogna migliorare il coordinamento tra forze di polizia che non puo’ prevedere che i carabinieri si trovano a dare risposte al cittadino a fronte di altre forze di polizia che pur figurando presenti sulla carta, rimandano sempre a chi, come i carabinieri, ci sono sempre e comunque.  Bisogna avere il coraggio delle scelte di rivedere l’organizzazione, aggiornando i settori delle investigazioni, le centrali operative, i reparti speciali, gli uffici che sono a misura della presenza dell’incarico di comando a livello ufficiale… Se manca personale e mancherà, non possiamo continuare a fare quello che dovevano fare 15 con la metà del personale a disposizione.  Bisogna intervenire laddove abbiamo chi giornalmente riesce a districarsi abilmente in ruoli che gli consentono di potersi gestire “la giornata”, a fronte di chi non riesce nemmeno piu’ a scegliersi quale giorno potrà fermarsi per il giorno di riposo settimanale.  Cosi’ non possiamo piu’ andare avanti, non ce la facciamo piu’.  Per un carabiniere non puo’ essere accettabile convivere con il non poter svolgere il proprio dovere e accettare di andare avanti alla giornata, come viene viene. Non ci appartiene, ma assistiamo a decisioni e scelte che stanno incidendo negativamente su quel poco di buono che tenevamo a riferimento per poter continuare ad avere la nostra fiducia. Vogliamo guardare avanti, ma farlo nella consapevolezza che qualcuno possa decidere per il bene che il carabiniere deve poter continuare a fare, con le sue forze e con la sua passione, ma che sia messo in condizione di poterlo fare. Questo noi ci aspettiamo, di questo noi abbiamo bisogno per poter continuare ad essere i carabinieri di sempre.