3 LUGLIO 2013. IL COMANDANTE GENERALE DELL'ARMA ALLE COMMISSIONI RIUNITE DIFESA - CAMERA E SENATO. AGGIORNAMENTO CONOSCITIVO PER IL GOVERNO SULLA SITUAZIONE ARMA DEI CARABINIERI

Il 3 luglio 2013, Le commissioni riunite Difesa di Camera e Senato hanno ascoltato in audizione il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Gen. C.A. Leonardo Gallitelli. L'audizione è programmata nel ciclo di audizioni dei vertici della Difesa sulle rispettive linee programmatiche. Un importante momento di aggiornamento conoscitivo da parte del Governo.

L’audizione del Signor Comandante Generale Leonardo Gallitelli presso le Commissioni “Difesa” riunite di Camera e Senato, nell’ambito del ciclo di audizioni dei Vertici della Difesa sulle rispettive “linee programmatiche” è stato un ulteriore importante momento di ascolto da parte del Governo in un aggiornamento conoscitivo della situazione attuale dell’Arma dei Carabinieri. La mia relazione sarà centrata sulle azioni individuate dall’Istituzione per continuare a garantire la piena efficienza, a fronte di un quadro generale di consistente contrazione delle risorse disponibili. In primo luogo è stato ritenuto opportuno segnalare i dati relativi al bilancio dell’Arma, che è alimentato principalmente da fondi sia del Ministero della Difesa, sia del Ministero dell’Interno, e che, per il 2013, vede confermate le riduzioni discendenti dall’applicazione dei DL 112/2008, 78/2010 e 95/2012, tutti concernenti “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica”.  In particolare, i finanziamenti del Ministero della Difesa coprono le spese di “funzionamento”, che sono costituite dagli oneri per l’“esercizio” (le c.d. “spese correnti” per vitto, vestiario, carburanti, manutenzioni, missioni, ecc.) e dai costi per l’“investimento” (ad esempio, acquisto di mezzi, potenziamento tecnologico dei reparti e delle infrastrutture telematiche, ecc.). Le disponibilità finanziarie per il 2013 destinate al “funzionamento”, pari a circa 315 M€, necessiterebbero di un’integrazione  minima di almeno 125 M€. In dettaglio, nel settore “esercizio”, lo stanziamento attuale è di 264,16 M€, a fronte di un “fruito 2012” di 374,3 M€ (-110,14 M€). Nel settore “investimento”, invece, l’assegnazione iniziale 2013 è di 25,65 M€, a fronte di un’assegnazione nel 2012 di 44,1 M€ (-18,45 M€) e di un’esigenza reale pari a circa 70 M€ (-44,35 M€).  A tali carenze nel settore “investimento”, sopperiscono parzialmente le integrazioni concesse dallo Stato Maggiore della Difesa per il rinnovo dei veicoli dell’Arma (15,68 M€) e per potenziare le dotazioni tecniche del Raggruppamento Operativo Speciale e del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (10 M€).  Inoltre, lo Stato Maggiore della Difesa ha assegnato ulteriori 27 M€ per il triennio 2013-2015, destinati al potenziamento dell’infrastruttura telematica (progetto “Defence Information Infrastructure - D.I.I.”). Segnalo, tra le altre, la critica situazione riguardante le spese di manutenzione degli automezzi, strumento fondamentale per assicurare la funzione di “controllo del territorio”.  Lo stanziamento di 11,5 M€, previsto per il 2013, è insufficiente ad assicurare le minime esigenze annuali, che  ammontano a circa 30 M€ e che sono già state notevolmente contenute rispetto ai precedenti esercizi, grazie al ridimensionamento del parco veicoli.   Per quanto riguarda invece i capitoli del Bilancio del Ministero dell’Interno, per il 2013 sono stati attribuiti finora 238,5 M€, nonché 5,17 M€ stanziati dal D.L. n. 35/2013 per il parziale ripianamento dei “debiti pregressi 2012” (stimati complessivamente in circa 40 M€), a fronte di un “fruito 2012” pari a 304M€, cui si sono aggiunti 133,2 M€ a titolo di “debiti pregressi 2011”.  Se si prescinde, pertanto,  dalle disponibilità attribuite a titolo di “debiti pregressi”, le minori risorse del 2013 rispetto al 2012, sono  attualmente pari a circa 65,5 M€. Le disponibilità in esame, peraltro, sono destinate principalmente a coprire i costi relativi ai canoni di fitto delle caserme (circa 180 M€), alle missioni di polizia giudiziaria e alle spese telefoniche e di riscaldamento.  Va subito precisato che, per quanto concerne le caserme, sono state da tempo avviate opportune iniziative per diminuire i costi. Nel 2012 abbiamo già conseguito un risparmio pari a 1,6 M€ per oneri locativi. Nel biennio 2013-2014 contiamo di contrarre il fabbisogno di ulteriori 6,2 M€. nello specifico l’Arma persegue il trasferimento da stabili privati, in locazione onerosa, a immobili demaniali o confiscati alla mafia, ove disponibili. Più in generale, le cifre sopra indicate danno la misura delle difficoltà che l’Arma sta fronteggiando. Siamo per questo impegnati in una continua revisione delle spese e in un’accorta individuazione delle priorità, per evitare negativi riflessi sulla funzionalità operativa.  Inoltre è stato opportuno mettere a fuoco la non meno difficile situazione delle risorse organiche dell’Istituzione.  La forza dell’Arma prevista dalle leggi è di 117.942 unità, ripartita tra il ruolo Carabinieri e Appuntati (63.423 unità), il ruolo Brigadieri (20.352 unità), il ruolo Marescialli (30.176 unità) e il ruolo Ufficiali (3.991 unità). A fronte di tali previsioni, la forza effettivamente disponibile è oggi pari a 105.742 unità, con una carenza di 12.200 militari nei vari ruoli (pari al 10,5% del totale delle dotazioni organiche).  In concreto, mancano 4.057 tra Carabinieri e Appuntati, 5.937 Brigadieri, 2.020 Marescialli e 186 Ufficiali. La forza è così distribuita: per l’83,1% (87.895 unità) nell’organizzazione territoriale; per il 5,6% (5.950 unità) nei reparti dell’organizzazione mobile; per il 3,6% (3.813 unità) nell’organizzazione speciale; per l’1,5% (1.607 unità) in quella addestrativa e per meno dell’1% (909 unità) nell’organizzazione centrale. Le rimanenti unità (5,2%) sono impiegate per esigenze specifiche degli Organi Costituzionali, del Ministero degli Affari Esteri, delle strutture interforze dei Ministeri Difesa e Interno e per assolvere i compiti di polizia militare presso le Forze Armate (5.568 unità). Sul deficit di forza descritto incide ulteriormente il blocco parziale del turn over imposto dal decreto legge 95/2012, che consente alle Forze di polizia di reclutare, per il triennio 2012-2014, solo il 20% delle unità cessate dal servizio e, per il 2015, il 50%.  Tale blocco è stato in parte mitigato dalla Legge di stabilità 2013, che autorizza assunzioni nel limite del 50% dei congedamenti, negli anni 2013 e 2014, e del 70%, nel 2015.  E’ stato però precisato che l’aumento del limite non è finanziato per il prossimo biennio, ma solo per l’anno in corso. Si auspica pertanto che siano reperite le risorse necessarie.  Se così non fosse, il 1° gennaio 2016 la forza si attesterebbe a meno di 103.000 unità, con evidenti ripercussioni sull‘operatività.  Di non minore rilievo è l’invecchiamento del personale. Nel 2000, l’età media era di 35,5 anni, a fronte dei 41 attuali. Inoltre, circa 62.000 militari (il 58% della forza complessiva) sono compresi in una fascia di età tra i 40 e i 54 anni. È intuitivo che l’efficacia di numerosi interventi operativi è correlata anche al vigore fisico proprio della giovane età. L’esigenza di finanziare nuovi arruolamenti già dal prossimo anno è particolarmente avvertita anche in vista dell’expo 2015 di Milano, che richiederà alle due Forze di polizia a competenza generale un rilevante impiego di personale per la sicurezza delle infrastrutture e dei milioni di visitatori attesi.  La progressiva diminuzione delle unità è stata sinora fronteggiata con una continua revisione del dispositivo, privilegiando il recupero di risorse dagli organismi burocratici e logistici, in modo da preservare gli incarichi operativi. Ciò è risultato possibile grazie agli investimenti da tempo avviati per realizzare infrastrutture informatiche e di rete, che, insieme con lo snellimento delle procedure, consentono di velocizzare il lavoro d’ufficio e di rendere più efficace e aderente la pianificazione logistica e operativa. ...........

 

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