Chi opera in strada e affronta il pericolo tutti i giorni chiede tutela e strumenti idonei. Ci sono ma nessuno si adopera in concreto. Perchè ? Cosa vieta l'uso di questi strumenti che tutelano chi opera e chi deve essere fermato ? Un vero studio si apra e si dia voce a chi rischia davvero e non chi ne fà gestione manageriale.
Sempre più spesso gli operatori delle Forze di Polizia ed il personale dell’Arma dei Carabinieri sono coinvolti per strada a prestare soccorso o ad intervenire per fermare soggetti esasperati che muniti di coltelli, spranghe o altre armi fortuite minacciano l’incolumità dei cittadini. Non sempre l'informazione si dedica a questo aspetto, ma alla ribalta delle cronache si và se muore un cittadino durante un intervento o ci rimette la salute o la vita l'operatore che è intervenuto su richiesta del cittadino in pericolo. Andare sul web, che non è controllato dai poteri forti, e trovare video di interventi di varie polizie nel mondo, è all'ordine del giorno. Si trovano anche interventi dove l'eccesso non è condiviso dagli stessi operatori, ma tutti, guadrando quei video e vivendo il pericolo e le situazioni tutti i giorni, sentono la necessità che qualcuno intervenga. La questione è molto delicata e complessa, infatti dai vertici non c'è mai alcuna reale iniziativa per trovare una soluzione concreta. Dalla parte della politica trovi l'intervento che poi si và a soffermare proprio sull'articolo meno adatto che porterà poi ad un nulla di fatto. Ma sotto cosa c'è ? Indotto economico di potere o quali dinamiche che certo non interessano chi rischia la vita per strada tutti i giorni ? Stà di fatto che trovarsi difronte ad un soggetto pericoloso ed intervenire a mani nude e stando attenti a non difendersi in modo sproporzionato all'offesa e decidendolo in frazioni di secondo... beh, siamo carabinieri, poliziotti, non siamo super eroi che veniamo dai fumetti. Intanto tra i carabinieri la preoccupazione sala giorno dopo giorno, perchè la delinquenza cresce in modo esponenziale e i pericoli, le persone che in pochi secondi diventano pericolose per l'incolumità dei cittadini e per se stessi aumentano di giorno in giorno. Certo per chi non si trova in strada, fianco a fianco alla minaccia del pericolo, non è una priorità. Invece i carabinieri chiedono interventi a chi li rappresenta, ma sopratutto. chiedono di essere messi in condizione di poter operare in situazioni di pericolo e di difficoltà. L'importanza di non andare a contatto con la persona pericolosa garantisce tutela per chi opera e salvaguardia della vita di chi, in quel momento, è persona pericolosa da fermare. qualche settimana fà il Co.I.R. Palidoro, recependo la delibera 70 del Co.Ba.R. del 1° Reggimento Tuscania, ha interessato il Co.Ce.R. Carabinieri per avviare uno studio al fine di dotare i carabinieri di strumento di coercizione- Less Then Letal (meno che letale), oramai resosi necessario e indispensabile per la tutela dell'operato di chi deve intervenire in sicurezza e mettere in sicurezza. Tra l'altro, presso il Centro Addestramento della 2^ Brigata Mobile Carabinieri a partire dal 2004 è stato sperimentato il modello FN 303 e FN 303P, strumento che ha dato ottimi risultati, tanto che anche il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ne ha approvato l’uso nei penitenziari di maggior sicurezza. Inoltre c'è chi invece ha acquistato due lanciatori FN 303 è il COESPU, paradossalmente per addestrare le polizie straniere, poiché le Nazioni Unite ne prevedono l’utilizzo nelle cosiddette Esclation Force (sfollagente - Less Then Letal – armi da fuoco). Quindi dovrei smentire qualche affermazione sopra fatta sul fatto che i vertici non se ne occupano. No, è un inesattezza. I vertici non se ne occupano per il territorio nazionale, questa forse è piu' precisa come affermazione. All’inizio dell'anno si è avuta la sperimentazione dello spray al peperoncino che sicuramente risulta utile in molti casi ma, difficilmente utilizzabile invece nei casi in cui ci si trova di fronte ad un aggressore armato di macete anziché di un piccone, anche per le distanze di impiego, limitazione che invece non vi sono con gli strumenti di coercizione "less than metal". E’ di qualche giorno fà, invece, la notizia che è stato approvato un emendamento nel "decreto stadi" che prevede l’utilizzo, in via sperimentale, del "Taser" per le forze dell’ordine. Tale strumento, producendo una scarica elettrica, rende la persona colpita inoffensiva per alcuni secondi, sufficienti all’operatore di polizia per arrestarla. Ma l’introduzione del "Taser" dovrà convincere tutti quegli scettici che vedono tale strumento come una minaccia, infatti, secondo alcune organizzazioni internazionali, della sua introduzione ad oggi il Taser ha visto centinaia di decessi. Comunque si viaggia nella direzione sbagliata e non si capisce il perchè...solo per l'Italia. Stà di fatto che in strada chi deve operare è sempre piu' in difficoltà ad agire con reali e non fittizzie procedure d'azione che consentano di operare in sicurezza e poter fermare soggetti che si rendono pericolosi senza creare danni ad operatore e persona pericolosa. Piuttosto che attendere il prossimo evento di cronaca è bene fare piu' informazione su questi strumenti, le leggi e ...gli indotti economici che possono essere "turbati" da tali scelte. Questo è un argomento su cui fare un vero e proprio studio....serio, nell'interesse dei carabinieri dell'Arma e non solo.