La stampa parla sui vertici dell'Arma di oggi e di chi lo sarà domani. Non siamo certo noi carabinieri a partecipare a queste dinamiche, c'è chi lo deciderà. A me, carabiniere e rappresentante di carabinieri, deve solo interessare come migliorare la nostra quotidianità nello svolgimento del delicato ruolo nella nostra società.
Si, tanti colleghi in questi giorni si sono interrogati su articoli di stampa che riguardano i nostri vertici e le dinamiche che dovrebbero portare uno dei nostri Generali di Corpo d'Armata a svolgere il ruolo piu' prestigioso per un carabiniere...il Comandante Generale dell'Arma. Come rappresentante nazionale dei Carabinieri in seno al Co.Ce.R. questo tipo di informazioni, come tante altre, ti coinvolgono...ma solo come spettatore. Leggendo questi articoli pensavo che in una organizzazione militare potrebbe essere interessante che tutto fosse organizzato in modo schematico senza sorprese, ma in realtà, essendo nomine che vengono fatte da organi di Governo, si intende che non c'entrano molto le dinamiche del contesto militare. Come rappresentante di carabinieri che dovrà continuare a fare il carabiniere non perdendo assolutamente le dinamiche del lavoro di tutti i giorni, la mia attenzione, per "deformazione" professionale non si sposta dal vero obiettivo del mio ruolo...il carabiniere. Il mio ruolo, il carabiniere nella società che cambia. Società che richiede sempre piu' nuove energie per nuove criticità sociali che investono l'ordine e la sicurezza pubblica. Il carabiniere ha sempre bisogno di essere messo nelle migliori condizioni per svolgere un ruolo delicato che richiede un impegno sociale oltre che un impiego di energie e risorse. Il carabiniere è un uomo e una donna come tanti altri. Il carabiniere svolge un ruolo che inizia nell'indossare una divisa nera a bande rosse nelle cui tasche trovi subito un bigliettino con su scritto "sacrificio". Un ruolo non un lavoro come tanti. Sei colui che non puo' essere superficiale, non puo' essere distratto, deve essere d'esempio, è osservato con fiducia da chi vede l'istituzione una garanzia, è osservato con spregio da chi vuole dare le colpe di una società che non dà risposte alle esigenze dei cittadini. Non è solo una tua scelta, ma è una scelta che prende un ruolo da protagonista nella vita familiare, della moglie, del marito, dei propri figli, e non solo. Un ruolo che devi scegliere e fare di questa scelta una ragione di vita sociale perchè la tua vita sociale sarà sempre quella di un carabiniere e non di chi si puo' vestire e svestire dai panni di lavoro. Lo stress correlato al tuo ruolo diventa una normalità e dietro ad un sorriso verso la persona che ti chiede intervento si "gestisce" uno stress che è parte del tuo ruolo, del tuo servizio all'istituzione. Il carabiniere cresce in mezzo ai problemi ed alle criticità, per questo motivo la sua indole è quella di avere sempre un istinto risolutivo e utilizzare tempi brevi per le riflessioni o per gli approfondimenti. Nel tempo le criticità sono cresciute al passo del contesto sociale del nostro paese. Il disagio che vive il nostro paese che investe la società è sistematicamente mimetizzato anche nel ruolo del carabiniere nella società. Il "sacrificio" cresce a dismisura anche fra i carabinieri. Alcune dinamiche che una volta erano il normale servizio oggi sono diventate un elemento che incide negativamente sulle migliori condizioni per svolgere il delicato servizio istituzionale al servizio del paese. Una vita familiare che viene imposta nello stare lontano dagli affetti familiari. Una vita familiare che non si puo' organizzare prima della sera per sapere cosa farai il giorno dopo. Una vita familiare che deve essere di riferimento per il contesto sociale, ma che oggi non lo puo' piu' essere, perchè siamo uomini e donne anche noi. L'organizzazione è radicata nel tempo e ha riferimenti e disposizioni che sono state fatte in un epoca di non molti anni fà, ma lontana, molto lontana, dal contesto sociale attuale. La società corre nel bene e nel male e noi, carabinieri, che siamo riferimento nella società, dobbiamo riuscire a restare sulle stesse frequenze e non farci guardare solo come dei "romantici" e magari perdere quello che siamo...risposte per i cittadini e non un passaggio dovuto che serve solo a poter dire ...presente. Tanti sono i fattori che incidono sulla funzionalità dell'ordine e della sicurezza pubblica, partendo dal legislatore, dall'organismo parlamentare, per passare dalla magistratura e per arrivare ai noi...carabinieri, operatori dediti all'ordine ed alla sicurezza pubblica al servizio del paese. La stampa dovrebbe occuparsi di quali siano i fattori che non ci mettono in condizioni di poter svolgere al meglio il nostro ruolo. Noi ci dobbiamo occupare di come migliorare le nostre condizioni di vita nel contesto sociale dove l'Arma dei carabinieri ha deciso che io debba vivere e debba mettere su famiglia. Non voglio subire passivamente cio' che di negativo ci viene trasmesso dal contesto sociale, ma posso essere e dovrei essere un riferimento positivo per la società e avere quella marcia in piu' che vedo man mano svanire in modo silenzioso. Non possiamo, dobbiamo migliorare la nostra quotidianità contribuendo a fornire utili contributi alla funzionalità ed agli adeguamenti nell'organzizzazione che devono essere necessari a causa dei blocchi del turn over e del mutamento del contesto sociale e della necessità della sicurezza dal 1981 ad oggi. Su questo non siamo noi deputati a dare voce a proposte, ma possiamo sicuramente svolgere un ruolo da protagonisti nel migliorare la nostra quotidianità intervenendo su disposizioni e consuetudini che vanno riassettate o riportate a quelli che sono i fini da raggiungere con il servizio istituzionale che rendiamo tutti i giorni con "sacrifcio". Tanti sono i colleghi che incontro e che sento tutti i giorni su tutto il territorio nazionale e tutti vogliono associare alla parola "sacrificio" risposte concrete al miglioramento della nosta quotidianità. Il "romanticismo" è importante ma lo è ancor di piu' esserci oggi, si...esserci e sentirci sempre quello che siamo...carabinieri, potendolo fare e non dovendolo fare combattendo la demotivazione devastante che affligge tutta la società. Il disfattismo non è in queste parole ma è in chi subisce in silenzio. Chi parla e chi fà sentire la sua voce da carabiniere non è un disfattista, ma è semplicemente un carabiniere. Questi si che possono essere spunti di riflessione per chi scrive e per chi fà informazione e approfondimenti nella nostra società e che ama il nostro paese. Ma queste parole sono certo momento di riflessione per noi tutti carabinieri e per chi da carabiniere e svolge il proprio ruolo delicato tra i vertici dell'Arma. Lo sono perchè sono parole che vengono dai carabinieri d'Italia, i Carabinieri dell'Arma.