
Indipendenza dalla politica. Trasparenza. Equilibrio nella gestione delle risorse. Il compito del nuovo comandante dell’Arma non è facile. A noi cittadini spetta il dovere di vigilare. Roberto Saviano nell'editoriale sull'ESPRESSO parla sia da cittadino, cittadino particolare, e sia da .... carabiniere.
Roberto Saviano sembra abbia colto il nostro messaggio che abbiamo inviato ai carabinieri d'Italia con la nomina del nuovo Comandante Generale dell'Arma quando abbiamo chiesto che cosa si aspetta dal nuovo Comandante il Carabiniere. Roberto da cittadino, cittadino davvero molto particolare e che vive tra carabinieri, ha posto la sua riflessione su cio' che si aspetta dal nuovo Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri.
“In Italia, le nomine dei vertici delle forze dell'ordine hanno in genere una scarsissima eco nell'opinione pubblica, ma un peso enorme per gli addetti ai lavori. Capire cosa accade, invece,è fondamentale per comprendere il percorso che le istituzioni stanno tracciando. Conoscere Storia e curriculum di chi occuperà posti di rilievo, di chi interloquirà per diversi anni con politica, stampa e magistratura, di chi contribuirà a segnare il corso che l'Italia imboccherà è necessario. Sono convinto che gran parte delle scelte di un governo sia leggibile attraverso la selezione dei dirigenti militari; le nomine dei vertici indicano direzioni, visioni e non semplicemente scelte tecniche. Il nuovo comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette ha un profilo interessante, che vale la pena valutare, per capire quale potrebbe essere la direzione che l'Arma intraprenderà sotto il suo mandato. Su di lui si concentrano molte speranze di cambiamento e miglioramento. Ha retto Comandi in tutte le organizzazioni dell'Arma ed è stato Capo Gabinetto al ministero della Difesa. Conosce il settore giuridico e questo potrebbe renderlo un innovatore, potrebbe avere un ruolo riformista all'interno dell'Arma. Sono quasi dieci anni che vivo sotto scorta, conosco i Carabinieri, spesso trascorro in auto blindate e nelle caserme talmente tanto tempo da sentirmi uno di loro, da sapere di cosa ha bisogno l'Arma per poter ancora una volta giocare un ruolo fondamentale in un Paese che sta vivendo un momento difficilissimo. La necessità prima è equilibrare le risorse, non cedere ai timori di attentati terroristici e continuare a valutare ogni situazione per l'importanza e l'urgenza che ha. In Italia è fondamentale dare risorse all'antimafia, alle investigazioni, alla presenza sul territorio, alla prevenzione e mi auguro che il Comandante Del Sette saprà gestire questo momento di emergenza . Così come c'è bisogno di una voce autorevole che dia il punto di vista dei Carabinieri sull'immigrazione. Non può essere tutto sempre e solo affidato ai presidi sul territorio, ma il Paese deve avere consapevolezza, deve essere messo a conoscenza di quali sono le strategie. Ecco perché la comunicazione è fondamentale. Una comunicazione che non sia strizzare l'occhio alla stampa, passare informazioni, ma che sia rigorosa, che serva a parlare al cittadino più che a creare rapporti personali. La stampa è diventata spesso un ispettore aggiunto all'inchiesta, e questo spesso svilisce l'autorevolezza delle indagini, ecco perché è fondamentale comunicare, ma bisogna trovare il modo per farlo nella maniera più corretta possibile. E fondamentale poi arginare la quantità di sprechi e privilegi: limitare al massimo l'interlocuzione, quella nociva, con la politica, fatta di assunzioni e favori, che indebolisce politici e forze dell'ordine. Il Generale Del Sette dovrà mantenere un profilo di totale indipendenza rispetto alla politica. Dovrà essere controllare e poi garante di fronte ai cittadini. Dovrà tenersi autonomo da un governo che tende a mal sopportare qualunque voce critica. Il profilo è quello giusto per non trovarsi impelagato in queste sabbie mobili. Occorre poi ciò che in Italia manca, ovvero una trasparenza assoluta per quanto riguarda le indagini sui Carabinieri come nel caso di Stefano Cucchi, in quello più recente che riguarda Riccardo Magherini. Il compiti di Del Sette sarà difficilissimo e la sua nomina, se la si guarda da questa prospettiva, ha più peso della nomina di un ministro. Il suo, oserei dire, dovrebbe essere quasi un atto di creatività geniale per riuscire a far bene investigazione, tutela e presidio. Perché se c'è una cosa che all'Arma dei Carabinieri va riconosciuta è di essere sempre presente sul territorio e non solo in situazioni di emergenza. Anche nei luoghi piu’ remoti, la figura del Maresciallo, diventata ormai un topos, incarna proprio questo: la capacità di essere e di presidiare, la capacità di dialogare e conoscere, la volontà di cercare e creare vicinanza. Il Generale Tullio Del Sette viene da questa tradizione di presidi, ecco perché da lui il Paese deve aspettarsi una gestione rigorosa e dialettica. Volevo fortemente che queste considerazioni non rimanessero solo nell'ambito ristretto dell'Arma, volevo provare a condividerle. Perché fondamentale è sapere chi guida le forze dell'ordine se la nostra prospettiva è sempre più quella di una cittadinanza attiva. Partecipare alle decisioni e non subirle, significa svolgere il nostro dovere di cittadini: controllare, presidiare, non abbassare mai la guardia. Anche quando una nomina non dipende direttamente da noi, abituiamoci a vigilare. Solo così la democrazia funzionerà." (tratto da l' ESPRESSO)
Un estratto dal suo articolo pubblicato sull' "Espresso" in edicola. Mi ha colpito molto la sua riflessione specie in alcuni passaggi dove mi sembrava proprio leggere le parole di un carabiniere, un cittadino carabiniere. L'indipendenza dalla politica per le risposte alle aspettative ai cittadini ed ai carabinieri cittadini di questo nostro paese. Un compito difficile, dice Saviano, sì, diffcile. Il carabiniere, la capacità di essere e di presidiare, la capacità di dialogare e conoscere, la volontà di cercare e creare vicinanza. Queste caratteristiche che Saviano vuole evidenziare, vuole sicuramente dire a gran voce, ne sente la necessità. Del Sette, dice Saviano, viene da questa tradizione di presidi, e il paese da lui si deve aspettare una gestione rigorosa e dialettica. Molto belle le sue parole, le sue riflessioni, il suo dire da chi vive circondato dall'affetto dei carabinieri tutti i giorni. Vive tra carabinieri e sente di esserlo...cittadino carabiniere. L'esplosione del coinvolgimento delle sue parole per noi carabinieri è quando viene fuori l'aggettivo che si vuol dare al nuovo Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri. Qui è proprio il carabiniere che è dentro di Lui. L'innovatore...lui, il nuovo Comandante. Innovatore è la parola che ti fà sentire davvero Roberto Saviano carabiniere come tutti noi. Questa parola, innovazione, che tutti i carabinieri si aspettano. Le decisioni, il coraggio di decidere, il coraggio di prendere nuove strade verso la garanzia di sicurezza e ordine nello stile di sempre e con il senso di responsabilità di sempre. Nuove strade adeguate alle forze ed agli strumenti e le norme a nostra disposizione. Nuove vie che mettano il carabiniere in condizione di poter dare il meglio per il nostro paese, perchè il nostro paese, la nostra Italia, ne sente il bisogno e lui, il Comandante Generale deve esserlo...innovatore.