IL DECRETO SULLA RIFORMA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SARA' APPROVATO E L'ARMA DEI CARABINIERI ACCOGLERA' I FORESTALI. MA CONOSCIAMO MEGLIO IL CORPO FORESTALE CHE SARA' SOPPRESSO E PERCHE' I TIMORI E LE PREOCCUPAZIONI DEI COLLEGHI FORESTALI.

Tanta preoccupazione ed agitazione tra i colleghi della forestale per la soppressione del Corpo con il decreto Madia. Diversi punti di vista, diverse preoccupazioni e diverse direzioni per affrontare il momento. Ma ora le energie devono concentrarsi sul futuro impiego del forestale nello svolgimento dello specifico compito.

Ma conosciamo meglio il ruolo dei colleghi della forestale che dovranno svolgere le loro mansioni nella struttura Arma dei Carabinieri. Il Corpo Forestale dello Stato è Forza di Polizia dello Stato con Legge 121/08, ed è decaduto appunto il termine Guardia per quello di Agente. Dal 2004, con la Legge n° 36 "Nuovo Ordinamento del Corpo Forestale dello Stato", vengono delineati i compiti istituzionali veri e propri del Corpo. Specifica menzione deve esser fatta per il controllo CITES normativa internazionale sul controllo fauna e flora minacciati di estinzione, in cui il Corpo Forestale dello Stato è la sola Forza di Polizia che svolge questo tipo di controllo. In campo ambientale il Corpo Forestale dello Stato interviene in merito alla normativa nazionale ambientale in riferimento al controllo del territorio extra urbano, inteso come agricolo e forestale. In tale ambito aree rurali e montane, letteralmente con particolare riferimento alle aree rurali e montane, assolve al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica. Con il cosiddetto Decreto Pisanu del 2006 si stabilisce e riconfermano i compiti del CFS, tra cui quello di controllo in merito alla tematica agroalimentare, dettando però delle limitazioni, la concorrenza nell'attività, e comunque riconducendo sempre e comunque il ruolo all'interno del territorio rurale. Dal cosiddetto decentramento amministrativo del 1977, in modo garduale nel tempo, il CFS ha perso le competenze in merito alla gestione dei boschi, passando le incombenze (ripeto nel tempo, quasi fino ai primi anni 2000) agli Enti Locali e Comunità Montane. Il CFS all'attualità riveste a tutto tondo il ruolo di Polizia di vigilanza sulle corrette esecuzioni dei tagli boschivi, applicando le Leggi Regionali, visto che la materia e di stretta competenza di queste ultime. Sempre in merito alle leggi regionali è organo di vigilanza sulle norme in materia di pesca acque interne(non a titolo esclusivo come i tagli). L'unica competenza rimasta riguarda il controllo vincolo Idrogeologico. In merito il Corpo Forestale dello Stato è l'unico Corpo di Polizia che può applicare le sanzioni amministrative in violazione delle disposizioni per esecuzione lavori in violazione alle disposizioni zone vincolate. Come organo di controllo non hanno competenza nel potere di  interrompere un atto o dichiararlo illegittimo, ma possono esprimere pareri da presentare agli organi competenti, Comuni, Province, Regioni e soprattutto Prefetture. Su questa facoltà discrezionale si determina spesso la situazione di scarico delle competenze tra i vari enti locali, concretizzando che nessuno paghi le conseguenze dei disastri in materia di vincolo idrogeologico. Altra materia prettamente del Corpo Forestale dello  Stato, dettata sia dalla Legge di riordino che dal Decreto Pisanu, è la competenza in merito agli incendi boschivi. La materia è regolata dalla Legge 353/00, in cui si dice che la competenza sull'organizzazione delle lotta attiva agli incendi boschivi è delle regioni. Con apposita convenzione, sempre se l'ente locale lo ritiene necessario, in quanto ci sono regioni che non si avvalgono del CFS, le regioni stipulano un accordo con il Corpo Forestale dello Stato per assicurare il coordinamento delle operazioni a terra anche ai fini dell’efficacia dell’intervento dei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi boschivi. In questo settore, i colleghi delle varie realtà sindacali del corpo forestale mi hanno fatto un quadro ben piu' complesso di quanto si possa immaginare che si intreccia tra competenze virtuali e reali creando diverse divergenze nell'organizzazione stessa. Sempre nel settore degli incendi boschivi, un particolare riguarda l'attività di PG propria del CFS. Dal 2002 il CFS si avvale di un sistema scientifico, il Metodo delle Evidenze Fisiche (MEF) che è un procedimento scientifico-empirico usato da anni a livello internazionale, del quale il Corpo Forestale dello Stato si avvale grazie ad una convenzione ufficiale con l’università della Tuscia di Viterbo che ha collaborato alla formazione di personale specializzato nell’attività di repertazione tecnica per la prevenzione e il contrasto del reato previsto all’art. 423 bis del C.P. (incendio boschivo). Avvalendosi di tale metodo si è arrivati nel fornire un serio strumento di accusa nei confronti di coloro i quali, anche per cause accidentali riconducibili a colpa, hanno provocato degli incendi scaturiti da semplici azioni di ripulitura riconducibili alle normali pratiche agricole. Questo strumento in sede di accusa è stato valutato come attendibile e preso nelle dovute considerazioni sia dall'accusa che dai Giudici. Inoltre per il coordinamento delle operazioni di spegnimento, il CFS si avvale del SITAC, strumento cartografico situazione tattica incendi boschivi, progetto EU FIRE 4. Sia per il MEF che per il SITAC sono state formate delle figure dei ruoli in divisa, nei vari ambiti di grado. In materia rifiuti, agroalimentare e edilizia (intesa su terreni agricoli e non certo aree urbane dove insistono altre figure di vigilanza, compresi i Vs Comandi), le professionalità che vi sono, sono acquisite dalla passione e dalle esperienze personali dei colleghi della forestale. Al gennaio 2015 il Corpo Forestale dello Stato conta n° 449 ruolo Funzionari e Dirigenti, 6611 personale di truppa  e circa 700 di personale civile tecnico. Oltre 500 in abruzzo, circa 300 in basilicata, piu' di 400 in calabria e campania, quasi 400 in emilia romagna, oltre 600 in Toscana e nel Lazio che presenta  un sovraorganico di piu' di 150 unità, oltre i 150 in liguria e molise, quasi 400 in lombardia con un sottorganico di circa 300 unità e diverse strutture chiuse per carenza di personale, circa 300 in marche ed in piemonte, circa 400 in puglia ed in veneto, piu' di 250 in umbria, quasi 200 in tutta italia a disposizione presso le procure, oltre 100 nel gruppo sportivo e oltre 800 unità allo Ispettorato Generale a Roma. Mentre nelle regioni a statuto speciale poche decine sparse tra Friuli, Sicilia e Sardegna, senza dimenticare circa 600 unità che stanno frequentando i corsi di formazione di ispettoti, brigadieri e agenti forestali.  Il CFS ha 786 Comandi Stazione, 4 scuole con circa 800 addetti, strutturata sul territorio nazionale in 15 Regioni, con le presenze nelle altre 5 regioni a Statuto speciale per compiti propri in merito al servizio CITES. Uffici Comando nelle 83 Province delle 15 Regioni, 20 Coordinamenti Territoriali Ambiente nei Parchi Nazionali, sempre uffici, e 148 comandi sui loro territori, da non confondere con i 786 che sono veri e propri Comandi Stazione. Il CFS deve tener conto delle disposizioni del D.P.R. 3/57 "Statuto degli Impiegati Civili dello Stato" per gestire l'organizzazione del Corpo, con non poche criticità nei rapporti gerarchico-funzionali e nelle competenze in materia di sanzioni. Oggi all'interno del Corpo vi sono varie dinamiche e varie considerazioni in merito al decreto Madia sulla rifroma della pubblica amministrazione che vede la soppressione del Corpo Forestale dello Stato con passaggio ad altra amministrazione.  Le realtà sindacali si stanno muovendo fortemente coinvolgendo il personale per contrastare la scelta del Governo.  Tra i forestali ci sono diverse sensazioni che vedono una parte fortemente spaventata per il passaggio a forza di polizia ad ordinamento militare nei carabinieri, ed un altra, consapevole che questo passaggio prospettato possa dare, paradossalmente, una identità specifica e professionale in un contesto strutturale piu' definito e ben organizzato sul territorio e in relazione alle proprie competenze. C'è una parte che sostiene con energia la soluzione di non sopprimere il corpo e provvedere ad una forte razionalizzazione e riorganizzazione della struttura, ma che, secondo me, rischia di diperdere solo le energie mentre il decreto comunque andrà in porto. La mia valutazione, nell'accogliere favorevolemente l'assorbimento dei colleghi forestali nella nostra struttura, è che le energie debbano essere direzionate nel guardare a quale migliore collocazione specifica e professionale si debba andare. In pratica assicurarsi nel continuare a fare il proprio ruolo sociale e professionale che sino ad oggi è stato svolto con competenza e professionalità con le soddisfazioni che le esperienze hanno regalato. L'Arma dei carabinieir non ha nessuna intenzione di assorbire numeri a supporto delle attività istituzionali in attività. Nulla di tutto cio'. I forestali continueranno a fare i forestali dove svolgono il loro servizio. Il cambiamento organizzativo avverà subito dopo l'approvazione dei decreti delegati, ma l'intera organizzazione vera e propria avrà i suoi tempi e nessuno dovrà essere penalizzato da questo passaggio o da questa scelta. Si, perchè comunque potrà essere anche una scelta in quanto sarà obbligatoriamente creata una alternativa a non continuare a fare il forestale e poter essere veicolato a simile altro compito pur di non indossare le stellette. E' anche vero che l'organizzazione attuale degli organici dovrà essere modificata ma lo sarà in concomitanza della riorganizzazione delle strutture dell'Arma Politiche Agricole, Tutela Ambiente e Nucleo Anti Sofisticazioni. Tutto avverrà con i tempi necessari a realizzare una nuova struttura di specialità nellArma dei Carabinieri che vedrà in essa i carabinieri-forestali.  Quello che mi lascia perplesso è sentir parlare del timore di passare a struttura con le stellette. I forestali, prima di cadere nella bolgia strumentale, devono analizzare a fondo questo aspetto e, confrontarsi con i colleghi carabinieri sul territorio sarebbe il primo passo per comprendere bene come si è organizzati. Nessun forestale farà la Stazione carabinieri o la pattuglia con il carabiniere, nulla di tutto cio'. Nemmeno sarà la dipendenza diretta da un Comandante di Stazione, nulla di tutto cio'. I reparti speciali dell'Arma dei carabinieri hanno una scala gerarchica tutta loro e sono in coordinamento con i carabinieri della linea territoriale. Per i forestali che passeranno nella struttura specifica nel settore avranno una loro gerarchia all'inter no di quella che sarà una dimensione professionale su cui oggi, chi è al Comando dell'Arma dei Carabinieri, ci si stà lavorando proprio per trovare migliore applicazione e funzionalità a questo accoglimento del personale forestale del Corpo che sarà soppresso con l'approvazione del decreto. E' vero che per la resltà sindacale è inaccettabile, ma per chi ha mandato dai loro tesserati in questa fase è da convergere le energie su come meglio trovare collocazione specifica per ogni ruolo dopo la soppressione del Corpo. E' anche vero che nell'Arma dei Carabinieri non esiste la realtà sindacale ma è anche vero che siamo in piena riforma della rappresentanza che vedrà i suoi primi passi proprio in questo autunno e, quale migliore occasione per sederci e far nascere una struttura che prenda il meglio dall'organizzazione rappresentativa militare e da quella della relatà sindacali con le funzioni e la specifica rappresentatività sindacale. Un esperienza nuova per entrambi. Non si tratta di un "accomodatevi" e prendete posto dove lo trovate, assolutamente no. Si tratta di un "buongiorno, accomodatevi" e sistemiamoci per ruoli, compiti e competenze.  La dignità personale e professionale di chi sino ad oggi è stato agente del corpo forestale deve essere conservata nello svolgere un ruolo nuovo in una nuova amministrazione ma che mantenga la sua professionalità e il suo ruolo sociale al servizio delle esigenze del paese. Nuovi stimoli a fronte di una situazione interna che se fosse stata cosi' impeccabile probabilmente non avrebbe portato a questa proposta governativa partita da lontano e tempo fà che solo oggi vede il concretizzarsi. Qui non si tratta piu' di mantenere una bandiera in piedi, ma di mantenere le peculiarità di chi fino ad oggi è stato chiamato "forestale".

 

 

 

 

 

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