
Le attività sono incentrate su questi quattro macro argomenti che sono all'attenzione delle politiche di Governo. Materie di forte interesse che investono la vita del carabiniere e le dinamiche di tutti i giorni, insistendo su economia, professionalità, motivazione, condizione militare e di lavoro in una proiezione di un domani incerto
Guardi ai miliardi di euro che vengono dalle dinamiche del fenomeno immigrazione e di come l'Italia stà subendo questa scelta incidendo in modo rilevante sul lavoro delle forze di polizia. E pensi che sarebbe utile prenderne una parte e ripagare un aumento stipendiale adeguato a chi svolge questo ruolo di ordine e sicurezza per il paese. Ma i soldi devono essere stanziati in una manovra di stabilità che ha già fatto i suoi conti per noi e ci lascia amarezza. Ma i soldi non si prendono quà e là ma devono poi essere messi a regime, quindi i conti non si fanno come al mercato. Le procedure contrattuali sono nel decreto 195 del 12 maggio 1995 secondo le quali vengono emanati appositi decreti del Presidente della Repubblica per la disciplina del rapporto d’impiego del personale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare e delle Forze Armate escuso i dirigenti. Nel 2009 il decreto legge nr. 150 del 27 ottobre all’articolo 63 ha modificato l’articolo 7 comma 12 del decreto legge 195/1995 fissando in 3 anni la durata dei decreti di concertazione-contrattazione sia per la parte economica, sia per la parte normativa, a decorrere dal 1 gennaio 2010. Gli ultimi contratti, provvedimenti di concertazione, sono stati fatti nel 2009 e nel 2010. Nel 2009 con decreto del Presidente della Repubblica nr. 51 del 16 aprile per il quadriennio normativo 2006-2009 e per il biennio economico 2006-2007. Nel 2010 con decreto del Presidente della repubblica nr. 184 del 1 ottobre 2010 per il biennio economico 2008-2009. Nel 2010 vengono sospese le procedure negoziali per le disposizioni del Governo in relazione al contenimento della spesa pubblica. Nel 2015 con sentenza numero 178 della Corte Costituzionale del 24 giugno, si è dichiarata l’illegittimità costituzionale sopravvenuta a decorrere dal giorno successivo al 29 luglio 2015, pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale, del regime di sospensione della contrattazione collettiva. Con la sentenza, inoltre ha demandato al legislatore il compito di dare nuovo impulso alla dialettica contrattuale. Le risorse rese disponibili per il rinnovo dei contratti sono state stanziate dal Governo, come previsto, nella legge di stabilità, per ora fissate a 74 milioni di euro. Il CoCeR Carabinieiri non è disposto ad accettare certo questo trattamento perchè vuole dare risposte ai carabinieri d'Italia che devono arrivare da qualsiasi intervento che porti miglioramento all'economia della vita del carabiniere. L'altra grande preoccupazione è sulle pensioni dei carabinieri, specie quelle del sitema previdenziale conributivo che vedono una quantificazione della pensione fissata già sotto le mille euro fra 20 anni. Il decreto legge 21 aprile 1993, n.124 introduce per i lavoratori le forme pensionistiche complementari che sono disciplinate dalla legge nr. 252 del 5 dicembre 2005. Noi, appartenenti al comparto difesa e sicurezza, per istituire le forme pensionistiche complementari dobbiamo seguire le procedure negoziali e di concertazione come dal decreto legge n.195 del 12 maggio 1995. Ribadito nella norma d’interpretazione autentica nella legge 448 del 23 dicembre 1998, al comma 20 dell’articolo 26. A queste procedure è demandata la disciplina del trattamento di fine rapporto, TFR, già previsto per il restante personale del pubblico impiego, non del comparto difesa e sicurezza, cosi’ come per i lavoratori nel settore privato. Il TFR dovrà sostituire la nostra indennità di buona uscita ancora prevista per il comparto, TFS. Il decreto numero 67 del presidente della Repubblica stabilisce che le procedure di contrattazione-concertazione devono definire la misura percentuale della quota di contribuzione a carico delle Amministrazioni e quella dovuta al lavoratore, nonché la retribuzione utile alla loro determinazione. Dovrà stabilire la modalità di trasformazione della buonauscita in TFR e, infine, le voci retributive utili per gli accantonamenti del TFR nonché la quota TFR da destinare alla previdenza complementare. La previdenza complementare per il comparto non è stata ancora avviata, ma si ebbe il primo incontro di apertura del tavolo il 4 settembre 2013 al Ministero della Funzione Pubblica in una giornata difficile sia per le sigle sindacali sia per gli equilibri interni agli organismi della rappresentanza militare, di cui ne parlammo ampiamente a suo tempo. Il TAR lazio, a seguito di un noto contenzioso, ha nominato un commissario ad acta, il Direttore Generale di PERSOMIL, per attivare i procedimenti negoziali interessando le organizzazioni sindacali e le rappresentanze militari, diffidando il Ministero della Funzione Pubblica ad avviare le procedure di concertazione-contrattazione per l’intero comparto Difesa e Sicurezza. Dopo anni di mancanza dell'attivazione della previdenza complementare oggi è davvero complesso pensare ad una attivazione di un fondo che possa sanare chi è fermo da anni per poi attivare un fondo integrativo a chi oggi entra nell'Arma che comunque non sarà mai eguale a quella che era la pensione percepita con il sistema retributivo. Un tema complesso che iorno dopo giorno porta a prendere seriamente in considerazione di poter fare proposte mirate non solo alla previdenza complementare ma che si incentri sul calcolo della pensione riuscendo a trovare adeguate soluzioni per dare dignità alla pensione di chi ha rischiato la vita per quasi un quarantennio di opera responsabile e dedita al sacrificio ed al giuramento di fedeltà alla patria, al proprio paese. La legge della riforma della pubblica amministrazione, cosidetta legge madia, ha delegato il Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. Quindi anche per cio' che riguarda le forze di polizia, il Governo ha delega all’adozione di provvedimenti legislativi. Questi provvedimenti hanno come obiettivo di razionalizzare e potenziare l’efficacia delle funzioni di polizia. Riorganizzare il Corpo Forestale dello Stato ed eventualmente assorbirlo in altra Forza di Polizia, fatte salve le competenze del Corpo in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e del loro spegnimento con mezzi aerei, da attribuire al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, nonché la facoltà di transito, in un contingente limitato, nelle altre Forze di Polizia ovvero in altre Amministrazioni Pubbliche. Riordinare i ruoli del personale delle Forze di Polizia, utilizzando una quota parte dei risparmi di spesa, non superiore al 50%, derivanti dall’attuazione della suddetta razionalizzazione. Sono in corso attività interforze, coordinate dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, per l’articolazione della bozza del decreto legislativo che dovrà essere adottato su proposta del Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, d’intesa con Ministro dell’Economia e Finanze e con i Ministri interessati. I lavori, dopo una fase preliminare di approfondimento delle funzioni e della struttura del Corpo Forestale dello Stato, sviluppata tra Arma dei Carabinieri e Corpo Forestale, d’intesa sono stati suddivisi su due filoni. Uno, connesso con la riorganizzazione delle funzioni di polizia, la razionalizzazione dei presidi, ipotesi di gestione associata di alcuni servizi strumentali e l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato in altra forza di polizia. L’altro, relativo al riordino dei ruoli. Sulla riorganizzazione delle funzioni e assorbimento del Corpo Forestale dello Stato, il provvedimento in corso di elaborazione prevede l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, con contestuale trasferimento delle funzioni, ad eccezione di alcune. Restano fuori dalle competenze in acquisizione la lotta attiva contro gli incendi boschivi e loro spegnimento con mezzi aerei, trasferita al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco; il concorso in materia di ordine e sicurezza pubblica e contrasto della criminalità in ambito interforze, trasferite alla Polizia di Stato; il soccorso in montagna, sorveglianza acque marine e contrasto, in ambito doganale, del commercio illegale della flora e della fauna in via di estinzione, trasferite alla Guardia di Finanza. Sono in corso di definizione i contingenti di personale da trasferire e le relative modalità, nel rispetto dei principi e criteri fissati dalla legge delega che prevede la salvaguardia delle professionalità esistenti e dell’unitarietà delle funzioni, mantenimento degli attuali livelli di presidio del territorio. L’Arma dei Carabinieri, per far fronte alle nuove funzioni acquisite, intende istituire una nuova organizzazione dedicata alla tutela forestale, ambientale e agroalimentare, in cui confluiranno il Comando carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e quello per le Politiche Agricole e Agroalimentari, oltre al personale del Corpo Forestale. Il trasferimento del personale avverrà cercando di salvaguardare le prerogative esistenti, in uno sforzo di graduale armonizzazione con gli esistenti, in uno sforzo di graduale armonizzazione con gli esistenti ruoli dell’Arma dei Carabinieri. Sul riordino dei ruoli il CoCeR con lo Stato Maggiore dell’Arma stà volgendo un attività di concerto su una proposta condivisibile che renda compatibilità con l’organizzazione, con le dinamiche di Stato Maggiore e con le aspettative del personale nel dare, come dice la legge, una risposta al miglioramento delle funzioni di polizia, potenziandole, e alla motivazione in una proiezione di carriera che viaggi a pari passo con un incentivo economico, tenendo conto anche della situazione previdenziale che con il sistema contributivo ha portato una riduzione rilevante sulle pensioni dei carabinieri di domani. Ora volge questo lavoro interno e il confronto con i carabinieri delle rappresentanza di base e intermedie su tutto il territorio anzionale, poi a breve si farà un analisi reale e sarà diffusa la proposta definitiva di un riordino che possa dare risposta ai carabinieri d'Italia e che abbia margini di condivisione con le altre forze di polizia. In tutto questo,non da perdere di vista la Riforma della Rappresentanza militare necessaria per rivedere un sistema che oggi non è piu' adeguato alla rappresentatività del carabiniere. Le capacità di singoli rappresentanti e l'aderenza alle problematiche del personale ed alle loro aspettative per migliorare la quotidianità del carabiniere hanno reso sempre piu' maturo lo strumento rappresentativo ad un cambiamento adeguato alle necessità di dare una rappresentatività piu' vicina alle dinamiche della vita lavorativa e alla necessità assistenziale dovuta dal ruolo sociale. La IV commissione DIFESA della camera dei deputati stà esaminando 8 progetti di legge di riforma della Rappresentanza Militare che prevedono il riconoscimento del diritto di associazionismo sindacale tra militari, con limiti simili a quelli dei sindacati della Polizia di Stato, mantenendo il divieto di sciopero, di iscrizione e di associazione a organizzazioni sindacali di altri comparti. Inoltre prevedono un ruolo negoziale autonomo quale parte sociale con autonomia economica e gestionale, in linea con quanto già avviene per le Forze di Polizia a ordinamento civile. Nella stessa commissione è stato istituito un comitato ristretto per la predisposizione di un testo unificato che tenga conto anche di due sentenze della Corte Europea dei diritti dell’uomo del novembre 2014. Queste sentenze hanno rilevato la violazione dell’articolo 11 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo sulla libertà di riunione e di associazione nel divieto assoluto per il personale delle Forze Armate francesi di costituire e aderire a organizzazioni sindacali. In tal senso la IV commissione difesa ha anche fatto una serie di audizioni informali di esperti di diritto costituzionale e internazionale. A tutt’oggi sono ancora in corso i lavori di questo comitato ristretto per realizzare un testo unificato su cui sviluppare l’iter di riforma della rappresentanza militare. Gli otto disegni di legge su cui si stà realizzando il testo unificato sono il AC 1963 SCANU – AC 1993 DURANTI – AC 2097 D’ARIENZO – AC 2591 CORDA - AC 2609 CIRIELLI- AC 2679 nonies PADOAN – AC 2748 PETRENGA – AC 2776 PALMIZIO. Sul testo unificato si concentreranno i lavori, pareri e proposte d'intervento. Questo è il quadro chiaro che un carabiniere deve sapere e che ha scelto di partecipare per migliorare la quotidianità di chi vive in questo ruolo e sente la necessità di collaborare alla condivisione di attività sempre dirette agli interessi collettivi. Pura e chiara informazione da carabiniere a carabiniere, da carabiniere che rappresenta i carabinieri.