La scorsa settimana un incontro difficile a Milano con un coordinamento intermedio che non ha funzionato. Questa settimana a Napoli l'incontro con i rappresentanti della base in forma ridotta. Il CoIR Pastrengo e il CoIR Ogaden con la delegazione del CoCeR da incontri di confronto a incontri interlocutori.
Difficile riuscire a superare gli ostacoli normativi di una rappresentanza militare che si deve confrontare su temi di interesse economico come il contratto di lavoro, nonchè sul riordino delle carriere che deve poter dare un intervento migliorativo sulle funzioni dell'Arma dei Carabinieri che abbia importanti effetti sulla quotidianità dei carabinieri e delle loro attività lavorative e che possa dare stimoli e motivazione ai carabinieri di domani potendo dare anche garanzie economiche per una pensione dignitosa. Gli uomini possono cambiare le regole ma non certo le regole possono modificare il comportamento degli uomini. Vai a Milano e non trovi i CoBaR, l'espressione della Base e devi sederti ad un confronto tra la rappresentanza intermedia e la rappresentanza centrale lasciando la base fuori dal confronto reale ma, al massimo, partecipante ad un intervento a margine. Eppure c'è chi parla di sindacato come la soluzione delle cose e utilizza la rappresentanza come strumento per non rendere democratica l'espressione rappresentativa della base vanificando ogni utile sforzo a rendere partecipe il contributo di pensiero indispensabile che viene dalla base, dal carabiniere e da chi lo rappresenta. Ma poi si fà una riflessione e ci si rende conto che puo' essere proprio un azione strumentale ch vuole dimostrare quanto la rappresentanza non sia funzionale seppur con la collaborazioen di chi non ne ha compreso le dinamiche. In realtà la base, il CoBaR non è rappresentata dal Co.Ce.R. ma è rappresentata dal CoIR, rappresentanza intermedia, che viene eletta dalla Base. Gli eletti dagli eletti si confrontano con gli eletti degli eletti degli eletti e si decide cosa sia giusto avere come obiettivo da perseguire nelle attività a livello centrale. Peccato che poi la base, gli eletti dai carabinieri direttamente, non la pensino cosi'. Poi vai a Napoli e ti trovi con la rappresentanza intermedia e con una ristretta delegazione della base la quale non doveva essere coinvolta, ma lo è stato solo per energica richiesta della base stessa in un incontro di qualche giorno prima. In tutto questo il contendere è l'argomento che tocca le economie dei carabinieri e il futuro di chi domani sarà carabiniere oltre ad esserlo oggi. Mentre a livello di Stato Maggiore, al centro, và avanti un tavolo tecnico tra personale dello Stato Maggiore e rappresentanti della maggioranza del CoCeR sul riordino dei ruoli fissando gli obiettivi da raggiungere con criteri che sono stati stabiliti in quella sede e nell'analisi di chi siede e partecipa a questo confronto tecnico. In tutto questo manca l'elemento essenziale, il carabiniere. Si, proprio lui, manca. Cosa succede fuori, nelle stazioni, sulla strada, nei reparti, nei rapporti con la polizia giudiziaria, nelle attività d'indagine, le criticità dovute alle funzioni ed all'impiego del personale. Tutto quello che c'è fuori e tutto quello che puo' sentire necessario un carabiniere resta fuori, fuori dai veri obiettivi da raggiungere. La prossima settimana sarà la volta di Messina dove i rappresentanti dei carabinieri di calabria e dei carabinieri di sicilia, dopo essersi incontrati in un confronto con il CoIR questa settimana, incontreranno i delegati Co.Ce.R. avendo la possibilità di confrontarsi direttamente con i delegati del Consiglio Centrale in un attività di coordinamento realizzata dai delegati del CoIR Culqualber riuscendo a far portare l'espressione dei carabinieri di calabria e sicilia per il tramite dei loro rappresentanti diretti di Base. Dagli incontri sinora tenutisi, con i CoBaR, senza CoBaR, con delegazioni ridotte dei CoBaR, emergono diversi orientamenti di pensiero che non si direzionano facilmente in un unica direzione, ma in piu' soluzioni che si caratterizzano da diversi obiettivi da dover raggiungere. Sono proprio gli obiettivi diversi che dividono l'orientamento dei rappresentanti dei carabinieri. Certo è che è ancor piu' complesso se si cerca di spostare la partecipazione dei delegati da parte attiva e responsabilmente rappresentativa a comparsa di condivisione silenziosa. man mano emerge la necessità che, a margine degli incontri ed a margine dei lavori del tavolo tecnico vemga stilato uno e piu' soluzioni d'intervento sul riordino dei ruoli da porre poi all'immediato parere dei singoli Consigli di Base e poterne cosi' ricevere espressioni formali assembleari a stretto giro. La partecipazione dei carabinieri, la partecipazione della base è fondamentale in questa fase, indispensabile. Anche perchè, mentre si pone al giusta attenzione sul riordino che puo' caratterizzare un intervento epocale, nessuno ha deciso che si abbandoni la strada di una forte espressione di dissenso al Governo che ha scelto di dare meno di 10 euro di aumento contrattuale per il prossimo triennio.