ECCO IL COMANDO TUTELA FORESTALE AMBIENTALE E AGROALIMENTARE. NASCE L'ECCELLENZA DELLA POLIZIA AMBIENTALE NELL'UNIONE DELLE COMPETENZE E DELLE PROFESSIONALITA' DEI CARABINIERI E FORESTALI.

Assicurare lo sviluppo di un polo di eccellenza unico per vastità della missione e potenzialità operativa. Un vero e proprio effetto moltiplicatore di efficienza ed efficacia di azione. Un moderno strumento per il contrasto e la prevenzione dei crimini ambientali e agroalimentari, già pronto, nelle competenze, al confronto europeo.

Il piano  riformatore    disegnato   dalla  "Legge  Madia"   ha  un  duplice   obiettivo:   efficienza della  macchina pubblica   e  contenimento    della  spesa.   Del  piano  fa  parte   il  progetto  di riordino delle Forze di polizia che, intervenendo sulla disciplina delle competenze, intende evitare   sovrapposizioni,   eliminare   sprechi   e orientare    le   risorse   recuperate    al potenziamento  della funzione di sicurezza.  La riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri è il provvedimento  più evidente di questo progetto, che ne comprende  altri importantissimi,  quali la razionalizzazione  delle funzioni  di polizia e, fortemente attesa dal Comparto sicurezza e difesa, la revisione dei ruoli del personale. Quanto alla riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri, la complessità   e  l'importanza    degli   scopi  che  s'intendono conseguire   richiedono   un intervento che non può essere contenuto nei ristretti limiti dell'ordinarietà  e deve essere esaminato con obiettività e attenzione, per considerarne la portata e gli effetti concreti al di là degli aspetti formali, che sono immediatamente  percettibili ma meno utili a valutare l'efficacia dell'intervento. La  scelta  della riorganizzazione   nell'Arma   deriva  dalla  constatazione   delle  affinità sostanziali esistenti tra le due Istituzioni sia nella presenza sul territorio, sia nei compiti di tutela dell'ambiente  e agroalimentare, sia della possibilità di metterle a sistema al fine di realizzare gli obiettivi di risparmio ed efficienza perseguiti dalla riforma. Infatti, l'Arma dei   Carabinieri,   Forza   di   polizia   a   competenza   generale   diffusa capillarmente su tutto il territorio nazionale, ha costituito da decenni reparti di specialità che hanno consentito ad essa di maturare  una sensibilità del tutto peculiare per tutto ciò che concerne  integrità  della salute  e  degli alimenti,  del paesaggio  e dell'ambiente,  in coerenza con quel senso di protezione che è il tratto distintivo dell'Istituzione. Cosi, dopo le positive esperienze  maturate  con i  NAS, Nuclei antisofisticazioni e sanità e i NTPC, Nuclei per  la Tutela  del Patrimonio  Culturale,  è  stato  costituito  il Nucleo  Operativo Ecologico (NOE), poi divenuto  Comando per la Tutela dell'Ambiente,  articolato su più NOE.  Il  reparto,   istituito   contestualmente  al   Ministero   dell'Ambiente e alle sue dipendenze funzionali, per contrastare la diffusione degli illeciti ambientali e contribuire a salvaguardare   il  patrimonio   paesaggistico-ambientale  nazionale,  è  un'unità di  punta dell'organizzazione speciale dell'Arma.Accanto a questi reparti  si colloca anche il  Comando  Carabinieri  Politiche Agricole e Alimentari   (TPA),  altra   struttura  di   elevate  potenzialità   investigative   e  operative sviluppato dall'Arma nello specifico settore, alle dipendenze funzionali del Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Il Corpo Forestale dello Stato, nella centenaria azione di tutela e vigilanza del patrimonio forestale nazionale e di salvaguardia della biodiversità, con la riforma del 2004, ha assunto un  ruolo  strategico  quale  Forza  di  polizia specializzata  nella  difesa  del  patrimonio forestale, del paesaggio e dell'ecosistema con una particolare attenzione alla filiera agricola al fine di tutelare il made in Italy sia in ambito nazionale che internazionale. L'efficace azione di prevenzione e repressione dei reati ambientali si è estesa negli ultimi anni anche al contrasto della malavita organizzata, in particolare nell'ambito delle ecomafie. Attraverso   un'azione   che richiede  una solida  preparazione    tecnico-scientifica e un'intima passione,  esso ha assolto  con particolare  efficacia i compiti  istituzionali   attribuiti  da norme nazionali  e internazionali,   quali ad esempio  il contrasto  al commercio internazionale  di specie  animali  e vegetali  protette  e al commercio  internazionale    del legno  e suoi derivati, la  tutela   del  network    europeo    della   biodiversità    denominato    "Rete   natura   2000",  il contrasto e la repressione  degli incendi boschivi, la fondamentale  collaborazione con le Regioni a statuto  ordinario  in materia di  polizia  forestale,  tutela  del  territorio  e del paesaggio, vincolo idrogeologico e, importantissima, la gestione di 130 riserve naturali dello Stato. Di qui  quella  contiguità  funzionale  che ha  consentito  di individuare   nell'Arma  dei Carabinieri, tra le Forze di polizia, quella funzionalmente più idonea ad assorbire il Corpo Forestale dello Stato e a consentire la piena attuazione del principio di delega sul riordino delle funzioni in materia ambientale e agroalimentare e di quelli, correlati, della razionalizzazione e  del  potenziamento   dell1efficacia delle  funzioni  di  polizia  e  della dislocazione  sul  territorio  dei  presidi  di  polizia,  evitando sovrapposizioni tra Corpi diversi, realizzando risparmi di spesa. La nuova organizzazione che nasce dalla riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato all'Arma  dei  Carabinieri  assume  cosi una  funzione  strategica  e conferisce alla difesa dell'ambiente  una assoluta centralità attraverso un'azione  sinergica tra le due Istituzioni. In   tale   prospettiva, oltre   alla   prevenzione   e  repressione   dei   reati   ambientali   e agroalimentari, sarà possibile sviluppare iniziative di ampio respiro per contribuire alla formazione  di  una  rinnovata  cultura  ambientale  anche attraverso  la  diffusione  e  il sostegno di nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Tutto ciò senza intaccare affatto e anzi prestando  la massima attenzione  alle attese dei singoli, grazie all'evidente  vantaggio  di accorpare due strutture  entrambe caratterizzate dalla diffusione capillare dei propri presidi: le 800 Stazioni forestali e le 150 Stazioni parco potranno  agevolmente essere integrate accanto alle 4.600Stazioni dell'Arma, favorendo il mantenimento  del personale del CFS nelle stesse attuali sedi di servizio per assolvere le stesse mansioni ricevendo nient'altro  che vantaggi, anche sul piano personale, dall'integrazione sinergica in un'unica organizzazione assai più vasta e reticolare. Infatti, l'integrazione  dei due sistemi presidiari consentirà non soltanto il mantenimento degli attuali livelli di presenza  sul territorio  (criterio espressamente  indicato nella legge delega insieme a quello della salvaguardia delle professionalità),ma il suo potenziamento, quale  effetto  delle sinergie  operative  e amministrative  se possibili  dall'accorpamento dell'organizzazione logistica,  parco infrastrutturale, delle  strutture   addestrative   e,  in genere, di tutti i servizi di supporto e mantenimento. Dunque, un lavoro che, mettendo a sistema le esperienze e professionalità sviluppate dalle due  organizzazioni  di  polizia, dà  vita  a  un  nuovo  polo  di  eccellenza in  materia  di sicurezza ambientale, unico quantomeno a livello europeo. Al trasferimento delle funzioni del  Corpo  forestale  dello  Stato  all'Arma   dei  Carabinieri conseguirà, infatti, una  rilevantissima  modifica  della tradizionale organizzazione dell'Arma: alle attuali organizzazioni territoriale, speciale  e addestrativa, sarà affiancata  la nuova organizzazione per la  tutela forestale,  ambientale   e agroalimentare,   posta   alle dipendenze   funzionali  del Ministro  per le Politiche  Agricole  Alimentari  e Forestali  e, per le materie  di specifica  competenza,   del Ministro  per l'Ambiente.  Il Comando   di vertice  della nuova   organizzazione   sarà  affidato  a un  Generale   di Corpo  d'Armata,  affiancato  da  un Vice Comandante (con il grado di Generale  di Divisione)  appartenente   al ruolo  forestale. La riorganizzazione   sarà  avviata rapidamente  e portata   avanti  con interventi progressivi per  tutti  i settori, operativi, logistici  e  amministrativi, valorizzando  le  potenzialità  ed eliminando   le eventuali  sovrapposizioni. Il progetto  prevede  che, inizialmente i Comandi  Regionali  del Corpo  Forestale,  insieme  ai Comandi   Carabinieri   Tutela  Ambiente   e Politiche Agricole  e Alimentari,   siano  collocati nella nuova  organizzazione,  che si avvarrà  di una  struttura   di staff, costituita  dai servizi  e uffici  dell'Ispettorato  Generale, ad  eccezione  del  Servizio  V  (Scuole),  che  confluirà nel Comando   Scuole  dell'Arma.    I Comandi   regionali,   provinciali   e  di  Stazione   del  Corpo forestale, nonché  gli Uffici territoriali   per la biodiversità   e i Coordinamenti    territoriali   per l'ambiente,  manterranno l'attuale  linea gerarchica. Altra  parte   del  personale   dell'Ispettorato  Generale   sarà  inserito   negli  uffici dello Stato Maggiore  del Comando   Generale  dell'Arma   per  dare  ogni necessario  e utile  contributo   di esperienza   e conoscenze  e valorizzare   tutte  le professionalità   e le potenzialità   specialistiche in materia   di personale   del Corpo,  attività  operative   e logistiche.  Le unità  del Comparto aereo  (ad  eccezione dell'aliquota   che  transiterà   nei V.F.)  e gli atleti  del  Gruppo   sportivo saranno  un tutt'uno con le corrispondenti   strutture   dell'Arma. In corrispondenza  del trasferimento   all'Arma  delle funzioni,  avverrà  il transito  ad essa del personale   del  Corpo  Forestale  dello  Stato,  che  non  vedrà   intaccati   gli attuali  livelli e le tutele  sia economici  che giuridici.  Il trattamento   economico  verrà  salvaguardato.    Per i casi in cui, dati i profili  contrattuali   allineati  tra tutte  le Forze di polizia,  possa  prospettarsi   una possibilità   di  minor compenso   sarà  attribuito   un  assegno  ad  personam   che  integrerà   la differenza.   Sul  piano  dello  stato giuridico  è previsto il mantenimento  delle disposizioni che attualmente regolano la prestazione di servizio nel Corpo forestale. Il transito nell'Arma dei Carabinieri comporta l'acquisizione dello status militare. Questo non realizzerà alcuna penalizzazione per il personale. Premesso che nel comparto "Difesa-Sicurezza"  le   differenze rilevabili   tra   le  due   condizioni   (militare   e  civile)  sono sensibilmente  attenuate  dal  particolare  regime di equiordinazione, che allinea i profili contrattuali  delle Forze di polizia a ordinamento  militare a quelli delle Forze di polizia a ordinamento civile, la procedura  relativa all'assorbimento del Corpo forestale consente al personale di esprimere la volontà di optare per l'assegnazione ad altra Amministrazione statale tra quelle che saranno individuate dal Dipartimento della Funzione Pubblica. In  tal  modo,  sia  pure  nei  limiti  consentiti   dalla necessità   di  non  creare  interruzioni    né disfunzioni   nello svolgimento   delle importanti   funzioni  di presidio dell'ambiente   trasferite all'Arma,  si offre al personale   che lo voglia  la possibilità   di non  essere  militarizzato e di prestare  la propria  opera  in un altro ambito  lavorativo  statale. Allo stesso tempo  il provvedimento normativo prevede l'introduzione di precise misure a tutela della rappresentatività del personale che entra a far parte dell'Arma dei Carabinieri, con l'immediato  avvio delle procedure  elettive per la costituzione di appositi organi di rappresentanza militare, CoBaR (Consigliodi Base di Rappresentanza) e CoIR (Consiglio Intermedio  di Rappresentanza) e la pari eleggibilità nel COCER (Consiglio Centrale di Rappresentanza)]. E'  previsto   che  il personale   transitato   frequenti   un  breve  corso  di  orientamento sull'ordinamento militare dell'Arma. Così pure per il personale tecnico-amministrativo ( il cosidetto   personale  non  in   uniforme)  che,  al  pari  degli  altri,  sarà dotato di uniforme e armamento individuale; i corsi per essi programmati comprenderanno anche l'addestramento  all'impiego   delle  armi  in  dotazione   individuale,   previ  i  necessari accertamenti sanitari, che terranno in considerazione sia l'età anagrafica del personale che il  particolare  profilo  di  impiego  (se non dovesse  comunque  risultare  in  possesso  dei requisiti necessari per il servizio armato, è previsto il transito nei ruoli civili della Difesa). Gli  operai,  in  quanto  non  appartenenti   al  personale  di  ruolo  del  Corpo  forestale, permarranno  nell'attuale  rapporto  privatistico di lavoro, che sarà proseguito con l'Arma alle stesse condizioni con cui è stato instaurato e gestito con il Corpo forestale. Il personale  del Corpo  transitato  nell'Arma  sarà collocato in appositi  ruoli  "forestali" disciplinati da norme indirizzate  ad assicurare il mantenimento  delle condizioni vigenti presso il Corpo forestale (limiti di età, sviluppi di carriera, specializzazioni,sedi di servizio ecc.) e impiegato nella specialità "forestale" per il resto della carriera. L'appartenenza al ruolo forestale sarà resa immediatamente riconoscibileda distintivi apposti sull'uniforme. Questo,  in ampia  sintesi, il contenuto  delle disposizioni  recate dal decreto  legislativo delegato, che troveranno attuazione in coerenti decreti ministeriali di attuazioni. Questo il previsto percorso di confluenza del Corpo Forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri. Esso, con la costituzione del Comando Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare, sarà in grado di assicurare lo sviluppo di un polo di eccellenza unico per vastità della missione e potenzialità operativa, preservando  il personale Forestale da ogni penalizzazione e al contempo senza intaccare in alcun modo la condizione e le aspettative dei Carabinieri già in servizio nell'Arma; sarà possibile anche grazie ad un effetto moltiplicatore  di efficienza ed efficacia di azione, costruire  uno strumento  moderno  di enforcement  per  il contrasto  e la prevenzione  dei crimini ambientali  e agroalimentari, anche quale modello di riferimento a livello internazionale  nell'ottica di una sua futura proiezione internazionale.