
Oggi si celebra la festa della nostra repubblica italiana. Ma oggi i carabinieri sono tutti in lutto per la perdita sul campo di Silvio Mirarchi, Maresciallo Capo nei Carabinieri. Martedi sera a Marsala in una delle tante attività dei carabinieri per reprimere reati di organizzazioni mafiose, un brutale attentato a morte in un conflitto a fuoco.
Maresciallo Capo della stazione Carabinieri di Ciavola, Marsala. 53 anni e tanta passione nel suo lavoro. Una persona come tante, un professionista come molti, un uomo come pochi. La necessità di svolgere il proprio ruolo in questa società difficile per crimini e delinquenza mafiosa e di farlo senza mai fermarsi difronte ai molteplici problemi del nostro lavoro. Fare, esserci comunque, farlo per chi merita ordine e sicurezza, garanzie dallo Stato Italiano. Le attività preventive e repressive che si svolgono in ogni modo utile ai fini di riuscire ad arrivare all'obiettivo per riportare l'ordine, il rispetto delel regole. Un servizio particolare e fatto nel modo migliore a tal punto da trovarsi immersi nel pericolo, forse una vera e propria trappola per chi stava svolgendo il suo lavoro nel migliore dei modi. Marsala, una terra che ha una storia difficile e territorio di noti mafiosi e di lunghe latitanze di grandi ricercati. Per Silvio, a 53 anni, catanzarese, in questa terra termina la sua vita da uomo e da carabiniere. Il triste compito del suo Comandante che dovrà scrivere nel memoriale del servizio giornaliero...termine serivizio per decesso. Un altra storia di quelle di carabinieri che iniziano un servizio, difficile come molti, ma di quelli che si esce in due e si rientra in caserma da soli. Un vile agguato, colpito alle spalle, quasi a bruciapelo. Silvio e Antonello avevano usato tutte le precauzioni possibili, sapevano che in quella zona vi erano stati commessi alcuni reati, tra cui anche un omicidio non molto tempo prima. Un servizio serale particolare di osservazione e controlo del territorio, ma all'improvviso qualcosa di strano li ha attirati, un vero e proprio agguato. Silvio viene colpito alle spalle. Antonello lancia l'allarme e inizia subito la corsa verso l'ospedale, ma silvio è in gravi condizioni colpito ad un rene alla orta. Silvio ha lottato per salvarsi. Tutti i suoi carabinieri della Stazione, ma tutti i carabinieri della Compagnia di Marsala e del Provinciale di Trapani hanno sperato che silvio ce la facesse. Ieri, dopo piu' di 18 ore di lotta per la vita, Silvio non ce l'ha fatta. Silvio ci ha lasciato. Il dolore dei suoi cari, la rabbia dei suoi colleghi. Silvio, il Maresciallo Mirarchi, è il carabiniere che comunque c'è sempre in questa difficile società, in questo paese in lotta sempre per garantire l'ordine e la sicurezza e, come in questa occasione, con il sacrificio della propria vita di chi crede nel nostro paese. Molti colleghi mi chiedono, specie in queste occasioni, se la nostra vita vale cosi' tanto da perderla mentre si rappresenta lo Stato che reprime i reati e la delinquenza. Molti colleghi, specie in questi momenti, dicono se è opportuno che noi agiamo senza paura e consapevoli di perdere la nostra vita lasciando ai nostri cari un dolore immenso per tutta la vita. Molti colleghi mi chiedono perchè non dobbiamo essere messi in condizione di fare il nostro ruolo sociale spalla a spalla con il pericolo della nostra vita e dover spesso spiegare al Governo quali debbano essere i nostri diritti, le nostre spettanze, i nostri incentivi, motivazioni, gratificazioni. Molti colleghi sostengono che non si puo' morire e aver vissuto una vita senza poter avere un adeguato riconoscimento per poter garantire alle proprie famiglie una vita piu' serena a fronte del pericolo di rimanere orfani di un padre, di un marito, di un fratello, di una vita che non ci sarà piu' per aver svolto il suo lavoro andando verso il pericolo per garantire l'ordine e la sicurezza delle nostre comunità. Tutti i colleghi carabinieri... ora sono solo tristi perchè silvio non c'è piu'.